La Nuova Sardegna

Nuoro

Sa Lemusina, gara di solidarietà per un allevatore

Angelo Fontanesi
Sa Lemusina, gara di solidarietà per un allevatore

Dopo aver subito due furti in azienda rischiava la chiusura. Gli altri pastori gli hanno regalato bestiame e macchinari

26 marzo 2014
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IRGOLI. Circa un mese fa nel giro di ventiquattr’ore la sua azienda zootecnica dislocata in due poderi tra Irgoli e Loculi aveva subito una doppia visita da parte di una banda di abigeatari che avevano fatto “manbassa” di tutto il suo capitale. Animale e non. Dal suo podere nell’ agro di Irgoli erano state rubate 55 pecore selezionate e tutte gravide e, giusto per far capire le loro intenzioni di razziare ogni cosa, i grassatori avevano portato via anche due bidoni da 50 litri pieni di latte, l’apparecchiatura della mungitrice e una tosatrice per ovini. Ma per il malcapitato allevatore irgolese le “disgrazie” non erano finite: la notte successiva era stato nuovamente preso di mira, probabilmente dagli stessi abigeatari che erano penetrati in un altro suo podere che si trova nell’agro di Loculi, portandosi via altre 30 pecore selezionate e gravide, tutto il materiale in deposito necessario alla lavorazione del latte e alla preparazione dei formaggi e soprattutto due arieti da monta del valore commerciale di circa 7mila euro l'uno. Un furto capace di mandare sul lastrico qualsiasi piccola media azienda zootecnica specie in un momento dove l'attività del pastore soffre di una crisi senza precedenti ed è minata da molteplici criticità estranee alla conduzione stessa delle aziende. Vedi le continue epidemie di lingua blu che ormai endemicamente colpiscono i pascoli della Sardegna. Ma il mondo delle campagne non è solo un mondo dove imperano odi e violenze ma anche un luogo dove solidarietà e rispetto continuano ad albergare con loro codici e con propri principi etici. Ne hanno dato prova in questo caso tantissimi colleghi del malcapitato allevatore irgolese che ricorrendo all'antica pratica de “Sa lemusina” (da in altre parti dell'isola viene chiamata “paradura” e che non può essere tradotta letteralmente dall'italiano) in forma assolutamente anonima hanno ricreato per intero il gregge rubato dagli abigeatari dando così la possibilità all'allevatore depredato di poter riprendere la sua attività. Ma non solo: la grande opera di solidarietà che ha visto coinvolti tantissimi allevatori non solo di Irgoli ma di tutto il territorio circostante non si è fermata a ricomporre il capitale animale, ma all'allevatore sono state ricomprate anche tutte le attrezzature indispensabili per mandare avanti l'azienda. «Sono gesti come questi che più di ogni altra parola rendono onore al mondo della campagna e agli allevatori che la vivono – è il commento del sindaco di Irgoli Giovanni Porcu – . Troppe volte nei confronti di pastori vengono usati ed abusati termini stereotipati che non rendono il giusto merito a quello che più e oltre che un mestiere è anche uno stile di vita capace di conservare ed esprimere principi di solidarietà e di rispetto che non si riscontrano in altri ambiti. I pastori non sono gente abituata a giudicare pubblicamente anche casi di indubbia crudeltà che affliggono le loro campagne, ma sono capaci di agire in silenzio e solidarietà verso chi questi gesti è ingiustamente costretto a subire».

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