La Nuova Sardegna

Nuoro

Quirra, i sindaci ora chiedono certezze

di Claudia Carta
Quirra, i sindaci ora chiedono certezze

I primi cittadini della zona sono stati sentiti dai membri della commissione Difesa della Camera dei deputati

26 gennaio 2014
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PERDASDEFOGU. Un protocollo sanitario e ambientale chiaro e delineato che tuteli la salute dei cittadini e il rispetto del territorio. Una ripresa in tempi rapidi delle attività istituzionali del Poligono Interforze del Salto di Quirra (Pisq), in una logica di sviluppo duale, civile e militare, al fine di incrementare le ricadute economiche sulle aree interessate. Il co-uso del territorio per attività agropastorali nelle zone non coinvolte da attività militari. La possibilità di spendere le somme derivanti dai risarcimenti sulle servitù militari stesse, svincolandole dal patto di stabilità. Sono i punti salienti che i sindaci di Perdasdefogu, Ulassai, Villagrande Strisaili e Villaputzu hanno portato sul tavolo della commissione Difesa della Camera dei deputati nell’audizione relativa all’indagine conoscitiva sulle servitù militari svoltasi mercoledì scorso a Roma. Ciclo di audizioni, già avviate nella precedente legislatura, che ha visto attorno allo stesso tavolo i sindaci dei Comuni caratterizzati da continuità territoriale con l’area del Poligono. L’assise romana ha messo in luce quelle che sono le specificità e le criticità con le quali ciascun Comune lega la propria esistenza a quella del distretto militare, evidenziandone principalmente l’importanza strategica in termini occupazionali, in un’area fortemente colpita dalle vicende ben note, legate all'inquinamento da materiali e sostanze tossiche, per le quali sono ancora in corso indagini e un procedimento penale: «Senza negare abusi sul territorio – ha commentato Mariano Carta, primo cittadino di Perdas – che indubbiamente ci sono stati: è giusto anche sottolineare come oggi numerose attività siano meno impattanti da un punto di vista ambientale e sanitario. Significa che una riconversione è già stata effettuata. Il rilancio della mia comunità non può che passare da una ripresa delle attività del Pisq. A questo proposito si è parlato tanto di natura duale del Poligono. Sarebbe il caso di tirar fuori dal cassetto alcune proposte già avanzate tempo fa: un centro operativo di protezione civile, dal momento che i militari hanno capacità logistiche operative molto elevate. Così come si potrebbero riprendere le attività antincendio che venivano effettuate nel 2000 per tutto il territorio sardo. Come pure sarebbe opportuno riprendere in mano il progetto sulla striscia tattica polifunzionale che doveva sorgere sull'altipiano di Cardiga e che avrebbe consentito una sperimentazione di tipo civile e militare per gli aerei senza pilota, Uav, sperimentazione che invece è andata a finire in Puglia». Che i sindaci abbiano bisogno di certezze, questo è emerso chiaramente. Certezze che non solo dovranno essere presentate agli abitanti dei paesi interessati, ma che non possono prescindere da un quadro normativo chiaro che vada a colmare i numerosi vuoti in materia.

Altra grana da risolvere è quella relativa ai risarcimenti erogati, ogni cinque anni, ai Comuni sui territori dei quali gravano servitù militari e che gli enti stessi sono impossibilitati a spendere a causa del patto di stabilità interno.

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