La Nuova Sardegna

Nuoro

Duplice omicidio a Irgoli Il pg: processo da riaprire

di Kety Sanna
Duplice omicidio a Irgoli Il pg: processo da riaprire

Corte d’appello, De Nicola sorprende tutti e accoglie le tesi della difesa «Stando così le cose chiederei l’assoluzione dell’imputato Dessena»

15 dicembre 2012
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SASSARI. «Questa procura generale accoglie tutte le questioni sollevate dalla difesa dell’imputato Andrea Dessena, condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio di Sara Cherchi e Mario Mulas». Ha esordito così ieri mattina il pg Sergio De Nicola che, sorprendendo tutti i presenti, ha rivolto alla Corte d’assise d’appello, presieduta da Plinia Azzena (a latere Luisa Diez), una serie di richieste istruttorie per la riapertura del processo. Proprio le stesse avanzate dall’avvocato Antonino Rossi che ha sempre ritenuto il suo assistito estraneo al duplice delitto, avvenuto a Irgoli la sera del 3 settembre del 2008, e condannato ingiustamente per «l’erronea ricostruzione dei fatti e una sbagliata interpretazione di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali». Ma non solo. Per la Procura generale l’esame testimoniale di Denis Derosas che, con le confidenze al maresciallo dei carabinieri, Zarra, accusò l’imputato dell’omicidio, andrebbe assolutamente previsto così come andrebbero riascoltate alcune intercettazioni telefoniche in cui l’imputato, dialogando con un amico (Manuel Casula ndr) fa riferimento allo stub al quale era stato sottoposto ma un mese dopo il duplice delitto, in seguito ad un altro omicidio avvenuto il 3 ottobre («Per quello me lo sono scampato» aveva detto Dessena). Le richieste di De Nicola sono proseguite con l’esigenza di un’ulteriore analisi dei tabulati telefonici che collocavano Andrea Dessena, al momento del delitto, a 10 chilometri di distanza dal teatro dell’omicidio, inserendo inoltre il confronto tra alcuni testimoni che avevano reso dichiarazioni contrastanti sui fatti. Ma neppure il movente, riconosciuto dalla Corte d’assise barbaricina, ha convinto il procuratore generale che ha concluso la sua discussione dicendo: «Non si hanno elementi di prova e siccome questa procura è garantista, se condanna deve esserci, deve avvenire oltre ogni ragionevole dubbio. Stando a questa situazione chiederei l’assoluzione dell’imputato».

Si è limitato a trattare questioni preliminari l’avvocato di parte civile, Gian Luigi Mastio, che si è opposto a tutte le richieste della difesa. A iniziare dall’annullamento dell’ordinanza, basata, secondo l’avvocato Rossi, su un erroneo convincimento, cioè quello che non vi sia stata alcuna lesione del diritto di difesa, in quanto al momento dell’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per Andrea Dessena e del contestuale rigetto della stessa per Tonino Stazio e Mario Dessena, la difesa grazie all’accesso agli atti era venuta a conoscenza degli altri presunti correi con Andrea Dessena del duplice omicidio. «I nominativi risultavano nell’ordinanza di custodia cautelare» ha sottolineato la parte civile che ha poi aggiunto: «Sarebbe inutile sottoporre a nuova perizia la conversazione tra Dessena e Casula, d’altra parte è stata analizzata approfonditamente (come del resto tutte le altre) dal perito incaricato nel corso del processo di primo grado». Inutile, sempre per la parte civile, soffermarsi sulla testimonianza del maresciallo Zarra che in aula riportò le confidenze di Derosas.

«Come scritto nelle motivazioni del presidente della Corte d’assise di Nuoro, non sono state inserite agli atti del processo – ha sottolineato Mastio – E se anche Derosas decidesse di venire in aula potrebbe comunque avvalersi della facoltà di non rispondere. Qualora accadesse – ha aggiunto il legale – chiederei anche che venissero effettuati accertamenti al fine di verificare se la famiglia del teste ha subito intimidazioni». Il processo è stato aggiornato al 25 gennaio per la conclusione della parte civile.

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