La Nuova Sardegna

BUGGERRU. Accompagnata dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, la segretaria della Cgil sarda Susanna Camusso ha partecipato stamane alla cerimonia di commemorazione dei minatori vittime nel 1904 dell’eccidio di Buggerru (Sulcis-Iglesiente), l’episodio che portò alla proclamazione del primo sciopero generale in Italia. Camusso è da ieri nel Sulcis, dove ha incontrato i lavoratori dell’ Alcoa di Portovesme, in presidio da 100 giorni davanti allo stabilimento chiuso. In piazza Martiri di Buggerru sono state deposte alcune corone. Sono presenti, tra gli altri, il segretario della Cgil sarda, Michele Carrus, quello nazionale dell’Ugl, Geremia Mancini, e la leader della Cisl sarda Oriana Putzolu.

«È importante essere qui assieme a tante persone e alle altre organizzazioni sindacali», ha dichiarato Mancini. «La memoria va esercitata e valorizzata, soprattutto in un periodo di crisi così profonda dell’occupazione, nella bella terra della Sardegna che sta pagando un altissimo prezzo a causa di un grave declino industriale al quale l’Ugl intende opporsi strenuamente». «Il presidente Pigliaru non ci costringa a proclamare un nuovo sciopero generale», ha avvertito Putzolu, segnalando che la Sardegna, come 110 anni fa, vive un «deficit di giustizia sociale che colpisce soprattutto i più deboli». «La più grande ingiustizia è mancanza di lavoro», ha detto la segretaria generale della Cisl sarda, invocando «un piano straordinario per il lavoro senza ritardi e rinvii» con il coinvolgimento dei sindacati. «Chiediamo di essere consultati, passo dopo passo, su tutte le azioni da intraprendere per cercare di risolvere piccole e grandi vertenze. Siamo pronti alla mobilitazione e a tornare in piazza, anche in forme muove, per sollecitare la Giunta a un nuovo protagonismo con al centro sviluppo e lavoro».