La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, fratelli truffano l'anziano padre per portargli via 100mila euro: nei guai 5 persone

L'operazione è stata condotta dalla guardia di finanza
L'operazione è stata condotta dalla guardia di finanza

Indagine della Guardia di finanza. Denunciati anche due dipendenti del Comune di Decimoputzu per peculato, appropriazione indebita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche

23 marzo 2017
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CAGLIARI. Una truffa per circa 100mila euro ai danni di un anziano. Denunciate 5 persone, tra cui 2 dipendenti del comune di Decimoputzu per peculato, appropriazione indebita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. È il bilancio dell’operazione "Adiuvandum", condotta dalla Guardia di finanza di cagliari che ha permesso di scoprire il "raggiro" ai danni di una persona non più capace di provvedere in via autonoma alla gestione dei propri interessi finanziari.

Le Fiamme gialle hanno accertato che il complesso sistema di frode era stato architettato dalla figlia della vittima, nominata amministratrice di sostegno dal giudice tutelare di Cagliari. La donna, avvalendosi della complicità del fratello, si è appropriata indebitamente di ingenti somme di denaro del genitore attraverso prelevamenti in contanti eseguiti direttamente allo sportello bancario, perlopiù in concomitanza dell’accredito della pensione e dalla riscossione di canoni di affitto di immobili concessi in locazione a terzi.

Le somme di denaro, distratte dai conti correnti e dal patrimonio dell’uomo, venivano periodicamente giustificate al giudice tutelare mediante la presentazione di documenti di spesa fittizi, tra i quali anche le buste paga gonfiate della badante dell’anziano, una signora di nazionalità romena, anch’ella correa nella truffa.

Gli investigatori delle fiamme gialle hanno così scoperto che l’amministratrice di sostegno sia riuscita a ottenere indebitamente un contributo pubblico erogato dalla regione autonoma Sardegna nell’ambito della progettualità «ritornare a casa» (mirata a favorire il rientro o la permanenza in famiglia di persone disabili inserite in strutture residenziali a carattere sociale e sanitario), attraverso la presentazione di ricevute di spese, nella maggior parte dei casi in realtà, mai sostenute.

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