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Cagliari, la marcia dei lavoratori Telecom: "Giù le mani dal nostro lavoro"

Cagliari, la marcia dei lavoratori Telecom: "Giù le mani dal nostro lavoro"

Quattrocento operatori provenienti da tutta l'isola hanno formato un corteo che si è radunato sotto il consiglio regionale, in ballo c'è anche l'accesso alla rete della compagnia da parte di altri operatori telefonici

13 dicembre 2016
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CAGLIARI. In 400 da tutta la Sardegna per dire «giù le mani dai nostri diritti». Sono i lavoratori di Tim Telecom Italia che stamani 13 dicembre 2016 a Cagliari manifestano in adesione allo sciopero dell'intera categoria indetto da tutte le sigle sindacali in contemporanea nelle altre regioni d'Italia.

Il corteo è partito da viale Bonaria e si è fermato sotto il palazzo del Consiglio regionale. Qui una delegazione consegnerà ai membri dell'Assemblea un dossier sulla situazione seguita al piano di riorganizzazione aziendale voluto dai vertici di Telecom Italia.

Tra le criticità evidenziate nel dossier, la riduzione dei costi del personale, l'assenza di un piano industriale a medio termine, la possibilità che Agcom da febbraio 2017 permetta il pieno accesso di operatori alternativi sulla rete di Telecom, i continui tagli agli investimenti tecnologici, causa in Sardegna del progressivo isolamento della popolazione.

«Protestiamo per garantirci il nostro futuro - ha spiegato Alessandro Randaccio, Rsu di Cgil Slc - chiediamo una riapertura delle trattative con un'azienda affidabile». In particolare, «attendiamo la presentazione di un piano industriale che dia garanzie ai lavoratori nel medio e lungo termine e che soprattutto i sacrifici fatti negli ultimi sei anni vengano riconosciuto ai lavoratori».

Riccardo Loi di Uilcom ha ricordato che «la disdetta del contratto integrativo che ha penalizzato il reddito dei dipendenti». «All'azienda chiediamo un impegno industriale e organizzativo per poter lavorare bene», ha aggiunto. In Sardegna i dipendenti Telecom sono circa 800: la metà impegnati nel servizio commerciale e nella piattaforma informatica, gli altri 400 tra tecnici e progettisti. Per questi ultimi, potrebbe diminuire fino al 60% la quantità di lavoro se l'Agcom si pronunciasse per il libero accesso alla rete Telecom da parte di operatori alternativi

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