Carloforte, asfalto sulla strada rurale: esposto ecologista contro il Comune
Gruppo di intervento giuridico punta l'indice sulla decisione dell'ente di pagare i lavori che sarebbero stati compiuti senza le necessarie autorizzazioni
CARLOFORTE. Il Comune paga all'impresa esecutrice lavori che lo stesso ente aveva prima ritenuto abusivi. Ed il Gruppo di Intervento Giuridico segnala il fatto alla Procura ed alla Corte dei conti, chiedendo a ministero, soprintendenza e Servizio tutela paesaggio il ripristino coattivo dello stato dei luoghi.
Sono gli ultimi sviluppi di una vicenda iniziata nell'aprile scorso, quando la società romana Professionisti del paesaggio (già esecutrice di diversi lavori a Carloforte), in poco tempo depositò circa 2mila metri quadri di asfalto per rattoppare numerosi tratti dissestati in una strada rurale il località Sabino, costruita a suo tempo in calcestruzzo.
Dopo un esposto ai carabinieri, i successivi accertamenti portarono il dirigente dell'area tecnica comunale a ordinare all'impresa “la dovuta rimozione dello strato bituminoso e la rimessa in pristino dello stato dei luoghi”, ritenendo quei lavori eseguiti senza autorizzazione, progetto e direzione, con neppure un'ordinanza sindacale emanata a sostegno, che ne giustificasse l'urgenza e la necessità, visto lo stato precario e pericoloso della strada.
A due mesi dall'ordinanza, l'asfalto è rimasto al suo posto e il dirigente dell'area servizi ha liquidato i lavori all'impresa (42 mila euro), giustificandoli come necessari a garantire la sicurezza durante i concerti del Girotonno 2015, tenutisi nel vecchio campo sportivo, non molto distante. Nella determina emerge il preciso incarico assegnato alla ditta romana, nonostante soprintendenza e Servizio tutela paesaggio avessero prima intimato al Comune stesso il divieto di utilizzo di asfalto, ma solo calcestruzzo pari all'esistente, per motivi di compatibilità ambientale.
L'ente di via Garibaldi, ha liquidato i lavori in base ad una perizia tecnica di settembre (considerando “lo stato dell'arteria, l'utilità e la valenza tecnica dell'intervento”) e per evitare “l'indebito arricchimento dell'ente” (intervento eseguito e non pagato). Il Gruppo di Intervento Giuridico, già intervenuto per sollecitare il rispetto dell'ordinanza comunale di ripristino dei luoghi a spese dell'impresa, ha rilanciato chiedendo alle amministrazioni statali e regionali preposte alla tutela del paesaggio “il ripristino ambientale coattivo a spese di chi ha realizzato le opere abusive”, invitando la magistratura ordinaria ed erariale “a far chiarezza sulle responsabilità di quanto accaduto”.