Cagliari, processo Carbosulcis: parlano i finanzieri che scoprirono le spese pazze
In aula la testimonianza dei militari che investigarono sugli appalti affidati senza gara e sul conseguente buco di 43 milioni di euro
17 novembre 2015
2 MINUTI DI LETTURA
CAGLIARI. Sprechi e spese per milioni di euro, sempre senza gara d'appalto, sono emersi oggi in Tribunale a Cagliari durante l'esame degli investigatori della Guardia di Finanza che hanno lavorato a lungo all'inchiesta della Procura sulla Carbosulcis.
Gli investigatori hanno così spiegato che solo dopo l'avvio indagine, nata da un esposto di un dipendente, e solo quando venne segnalata l'anomalia dei contratti affidati senza l'evidenza pubblica, l'azienda si era regolarizzata adeguandosi alle norme che vincolano le società controllate dagli enti pubblici.
Conclusa la fase preliminare, ha preso il via questa mattina il dibattimento davanti ai giudici della seconda sezione penale, nato dall'inchiesta sulle presunte irregolarità legate alla gestione della miniera di carbone di Nuraxi Figus a Gonnesa. Accusati di abuso d'ufficio, ci sono 12 tra dirigenti e funzionari della Carbosulcis i quali, in violazione delle norme sulle gare d'appalto per le società controllate da enti pubblici, avrebbero acquistato macchinari non utilizzati e forniture, provocando così un buco nelle casse della società da 43 milioni di euro.
Il sostituto procuratore Gaetano Porcu, che ha coordinato l'inchiesta, contesta cinque anni di gestione della miniera, dal 2007 al 2011. Accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, ciascuno per le proprie funzioni, l'ex direttore generale di Carbosulcis, Giuseppe Deriu, l'allora presidente del Cda Angelo Madeddu, i dirigenti e funzionari Ettore Diana, Paolo Luigi Dessì, Mauro Cicilloni, Antonio Umberto Vargiu, Adolfo Lai, Mirando Basciu, Alderico Paolo Lampis, Giancarlo Cro, Sergio Matzuzzi e Mario Porcu. Prossima udienza l'11 dicembre 2015.
