La Nuova Sardegna

Cagliari

Settemila sardi emigrati dal 2010: quasi nessuno vuol tornare

Nello studio condotto da due ricercatrici del Cedise, Centro Europeo Diffusione Informazione Sardegna Estero, emerge che solo il 20 per cento di chi oggi vive fuori desidera rientrare nell'isola

29 settembre 2015
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CAGLIARI. Negli ultimi cinque anni 6600 sardi hanno lasciato la nostra Isola, preferendo mete come Regno Unito, Germania e Spagna. Di questi, solo poco più del 20 per cento dichiara di voler tornare in Sardegna, mentre oltre il 40 per cento intende trattenersi dove si è trasferito e il rimanente pensa di recarsi ancora in un altro Paese.

E’ quanto emerge da un’indagine curata dal Ceside (Centro Europeo Diffusione Informazione Sardegna Estero) - presentata nei giorni scorsi dalle curatrici, Silvia Aru, assegnista di ricerca all’Università di Cagliari con la Legge regionale 7, e Francesca Mazzuzzi, vice presidente del Cedise e dottoranda in Storia moderna e contemporanea nell’Ateneo del capoluogo - che rappresenta la prima iniziativa di un percorso di studio e di ricerca volto a mettere in luce gli aspetti della mobilità dei sardi, soprattutto delle giovani generazioni, in questo scorcio di millennio.

Il tema è stato oggetto dell’incontro annuale dell’Association of European Migration Institutions, il 24 e il 25 settembre a Torino per l’organizzazione di Globus et Locus e il Centro Altre Italie. In un’Europa in cui le migrazioni sono divenute improvvisamente il principale problema, il quadro si arricchisce dunque di una vecchia novità: l’espatrio degli italiani all’estero che, nell’ultimo quinquennio, ha interessato circa 600mila persone, di cui 6600 dalla Sardegna.

E’ emerso in particolare che i sardi intervistati in larga misura non intendono far rientro nella loro isola. L’indagine Cedise, che rappresenta la prima tappa di una più vasta ricerca in corso di svolgimento sull’universo migratorio sardo, si è basata sulla compilazione di un questionario online rivolto ai sardi sparsi in tutto il mondo, in Italia e all’estero, integrato dalla raccolta di storie di vita e da altri dati emersi grazie alla collaborazione di circoli e di federazioni di sardi.

Dall’elaborazione di 154 questionari è emerso un campione con un livello di istruzione medio-alto, circa un terzo del quale risiede in una regione italiana del centro-nord, mentre la maggior parte si trova in un Paese estero. Le principali mete estere scelte sono il Regno Unito, la Germania e la Spagna. Oltre la metà del campione ha avuto precedenti esperienze di studio o lavoro fuori dalla Sardegna, che tuttavia hanno arrecato un generale miglioramento economico alla propria condizione di vita, rivelando anche una minore precarietà lavorativa e una crescita del reddito annuo percepito.

Famiglia, amici e il legame con l’isola sono i principali motivi per cui si decide di rientrare, ma la mancanza di opportunità lavorative adeguate alle proprie competenze continuano ad essere, per molti, un freno al rientro definitivo in Sardegna.

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