La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, il dolore nella chiesa di San Paolo: folla per salutare Letizia

La bara bianca della piccola Letizia Trudu (foto Mario Rosas)
La bara bianca della piccola Letizia Trudu (foto Mario Rosas)

In piazza Giovanni XXIII tante persone si sono unite alla famiglia della bambina uccisa nel mare di Santa Margherita di Pula dall'elica di uno yacht. Le parole toccanti dei compagni di scuola, una di loro: "Letizia, ci eravamo promesse di stare in banco assieme, ma mi hai lasciato sola con una tristezza infinita. Sarai il mio angelo custode".

11 luglio 2015
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CAGLIARI. Una bara bianca al centro della chiesa di Cagliari gremita di amici e parenti, con tanta gente anche all'esterno per dare l'ultimo saluto a Letizia Trudu, la bambina di 11 anni, morta giovedì pomeriggio a Santa Margherita di Pula (sulla costa sud occidentale della Sardegna), straziata dalle eliche di uno yacht da cui si era tuffata per tornare sulla spiaggia assieme al padre. Nella chiesa di San Paolo familiari, amici, compagni di scuola, hanno ascoltato le parole del parroco salesiano don Mario Steri che nella sua omelia si è soffermato sulla figura di Letizia «una bambina, intelligente, dolce e dal carattere forte», e rivolgendosi al padre, alla madre e a tutti i parenti ha aggiunto «era la vostra gioia e la vostra consolazione».

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Nell'omelia il sacerdote ha parlato del dolore e della difficile accettazione, del perché di una tragedia così grande. «Adesso non riconoscete il viandante che cammina accanto a voi - ha detto - perché è grande il dolore, ma si manifesterà e vi consolerà».

Grande commozione quando hanno preso la parola gli amici e i compagni di scuola. «Oh Dio che hai chiamato Letizia con te in paradiso, accoglila come un padre buono nella tua casa», ha letto nel suo messaggio uno dei bambini.

«Signore, con Letizia abbiamo giocato, ci siamo divertiti e abbiamo imparato a conoscerci. Aiutaci a portare nel cuore la sua saggezza e il suo esempio», ha ripetuto un'altra bambina.

Dolce e straziante il ricordo di una compagna di scuola: «Letizia, ci eravamo promesse che a settembre ci saremmo sedute assieme a scuola, ma mi hai lasciato sola con una tristezza infinita. Sarai il mio angelo custode».

All'uscita della chiesa la bara è stata salutata da un lungo applauso, ripetuto anche quando i palloncini rosa e quelli bianchi con i cuoricini posizionati davanti all'ingresso della chiesa e legati al carro funebre sono stati lasciati volare in cielo.

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