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Autogestione degli studenti all'istituto Nautico

L'istituto Nautico di Carloforte
L'istituto Nautico di Carloforte

"Vogliamo far sapere all'esterno quanti e quali problemi ha la scuola, dalla nostra isola alle questioni nazionali”

24 dicembre 2014
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CARLOFORTE. Così come avvenuto in altre scuole superiori sulcitane, anche a Carloforte la settimana prenatalizia ha visto gli studenti proclamare e svolgere l'autogestione all'interno delle aule di corso Battellieri. Nello storico istituto, oggi sede congiunta di nautico e liceo, la scorsa settimana sono stati gli studenti ad organizzarsi la giornata, tra lezioni, incontri, assemblee, riflessioni ed attività ricreative.

“La nostra non è stata una scelta per anticipare le vacanze – ha spiegato il rappresentante degli studenti Marco Mameli – ma, insieme agli amici degli altri istituti del territorio, abbiamo proclamato l'autogestione per discutere e far sapere all'esterno quanti e quali problemi ha la scuola, dalla nostra isola alle questioni nazionali”.

Alcune di queste, riguardano la riforma scolastica e del lavoro del governo Renzi, privatizzazione delle scuole, diritto allo studio, problemi strutturali, attrezzature mancanti o non sufficienti per svolgere le attività di laboratorio. Come ha ricordato Mameli, quest'ultimo aspetto è molto sentito a Carloforte, sede storica di una scuola nautica, dove le esercitazioni di laboratorio sono fondamentali e, ad oggi, rischiano di saltare, viste le tante carenze (dai fondi al personale) in essere. Idem dicasi per la scarsa attenzione ministeriale riservata a materie tecniche (marinaresca, un tempo fondamentale, non esiste più). Senza dimenticare il clamoroso ritardo dell'avvio di alcuni lavori provinciali all'istituto (con fondi stanziati da anni), come quelli al centro velico e nuove dotazioni.

“Cercheremo di proporre una voce forte ed unitaria, insieme alle altre scuole della provincia, affinchè le istituzioni ascoltino le nostre proposte”, ha sottolineato Mameli. Una linea condivisa anche dalla dirigente Sally Vallebona.

“L'autogestione – ha scritto in una nota – da la possibilità ai ragazzi di formulare richieste, sviluppare temi e realizzare iniziative autonome. Ma vuole anche richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e dimostrare che i nostri giovani non sono una generazione muta, ma è la politica che è sorda e non ascolta quelle che sono reali ed importanti problematiche che investono scuole ed istruzione in generale”. (simone repetto)

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