La Nuova Sardegna

Cagliari

L’amianto è la più pericolosa emergenza ambientale, sì alla prima conferenza regionale

L’amianto è la più pericolosa emergenza ambientale, sì alla prima conferenza regionale

L’annuncio nella quarta commissione del consiglio regionale durante l’audizione del presidente dell’associazione ex esposti dell’amianto

30 maggio 2014
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CAGLIARI. Si terrà alla fine dell’anno la prima conferenza regionale sull’amianto in Sardegna, probabilmente a Oristano, unica zona dell’isola dove hanno operato due stabilimenti per la produzione di questo materiale ormai fuori legge e che ogni anno in Italia continua a mietere 4mila vittime.

L’ha annunciato il presidente della Quarta commissione (Governo del territorio) del Consiglio regionale, Antonio Solinas, durante l’audizione del presidente dell’Associazione regionale ex esposti all’amianto, Giampaolo Lilliu, che ha fornito numeri impressionanti sulla presenza della fibra nociva nell’isola.

Si contano ben 184mila tonnellate, distribuite - ha spiegato Lilliu alla Quarta commissione - fra 9mila chilometri di condotte (6mila di competenza dei Consorzi di bonifica, 3mila di Abbanoa), 319 edifici scolastici, 79 uffici postali, 50 impianti sportivi e altri siti minori. «È la più grave emergenza ambientale, sanitaria e sociale del nostro tempo», ha segnalato il presidente dell’associazione ex esposti.

«L’amianto uccide in Italia molto più del fumo o della febbre del sabato sera. Eppure è un problema gravemente sottovalutato, non ci sono nemmeno campagne di informazione». La questione, ha assicurato l’assessore all’Ambiente Donatella Spano (audita sui ddl per l’istituzione dei parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu), è inserito nel programma di governo della Giunta Pigliaru.

Nei prossimi mesi, ha annunciato l’assessore, sara predisposto «un piano regionale dell’amianto che prevede, tra l’altro, tecniche innovative di inertizzazione e incapsulamento del materiale». «Nella programmazione dei fondi europeo Fesr per il periodo 2014-2020», ha aggiunto Spano, «sono previste, inoltre, risorse per l’eliminazione dell’amianto dalle scuole».

L’amianto è presente anche sui litorali, soprattutto sulla costa fra Marceddì e Bosa, nell’Oristanese. «Fino agli anni ’80 c’erano i casotti che poi sono stati demoliti con interventi ’fai da tè, ha spiegato Lilliu. - Praticamente, tutti i materiali di risulta, a cominciare dall’amianto, sono stati frantumati e interrati. E anche nei Comuni esistono situazioni irregolari, perchè si è intervenuti magari per raccogliere il materiale, ma non si è fatta una vera bonifica. E anche nei Comuni esistono situazioni irregolari, perchè anche quando si è intervenuti per raccogliere il materiale non si è fatta una vera bonifica». «La fibra killer -, ha ricordato il presidente dell’associazione ex esposti - ha una latenza che fra dai 30 ai 40 anni dalla prima esposizione: ecco perchè bisogna intervenire al più presto, se si vogliono evitare gravi danni alla nostra comunità e alle future generazioni».

«La Sardegna è fra le poche Regioni a essersi dotata di una legge sull’ambianto, la 22 del 2005, ma a nove anni dalla sua entrata in vigore - ha denunciato Lilliu - è stata applicata solo in minima parte». Tra l’altro, la normativa prevedeva che ogni anno si tenesse una conferenza regionale sul tema, «per fare il punto della situazione e mettere a confronto le varie parti interessate: non ne è stata fatta neppure una». «Dobbiamo puntare al rischio zero», ha avvertito Lilliu in Quarta commissione, proponendo un intervento articolato che preveda risorse per le bonifiche, la realizzazione di un impianto di inertizzazione (costo stimato circa 20 milioni di euro) e un piano di sorveglianza sanitaria.

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