La Nuova Sardegna

Cagliari

L’arcivescovo Miglio al convegno sulla legalità

L’arcivescovo Miglio al convegno sulla legalità

Il presule cagliaritano ha ricordato il suo personale incontro con l'Italia che reagisce alla cultura di morte portata dai sistemi mafiosi

30 marzo 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. I morti uccisi dalla mafia non sono gli sconfitti, ma i veri vincitori nella lotta contro la criminalità organizzata. Con questo forte messaggio rivolto agli studenti dell'istituto "Primo Levi" di Quartu Sant'Elena, monsignor Arrigo Miglio, presidente dei vescovi sardi, ha voluto caratterizzare la sua partecipazione l'altro ieri al convegno sul tema "Legalità nella nostra società civile" promosso dal sindacato UGL polizia. Il presule cagliaritano ha ricordato il suo personale incontro con l'Italia che reagisce alla cultura di morte portata dai sistemi mafiosi. Il 20 giugno 1992, ad appena tre mesi dalla sua nomina a vescovo di Iglesias, Miglio, assistente centrale dell'Agesci e da appena tre mesi vescovo di Iglesias, celebra a Palermo una veglia di preghiera davanti a migliaia di scout provenienti da tutta l'Italia, per ricordare la strage di Capaci avvenuta 28 giorni prima. Al rito partecipa il giudice Paolo Borsellino, che il 19 luglio sarebbe stato ucciso in via d'Amelio insieme con cinque agenti di scorta, tra cui Emanuela Loi, di Sestu. "Il tempo trascorso e il convegno odierno ci aiutano a capire - ha detto il vescovo - chi sono i veri vincitori nella guerra contro il male".

La sfida della legalità è la sfida per la libertà, perché legalità vuol dire rispetto e solidarietà verso gli altri e al tempo stesso coscienza dei limiti personali e sociali da rispettare. Una libertà solo individuale - ha aggiunto Miglio - sarebbe illusoria: libertà vera è crescere insieme con gli altri.

Il terreno solido dove affondare le radici della legalità è l'uomo stesso, la sua natura, la sua storia. La legge, che vuole educare alla libertà, deve radicarsi nella trascendenza, affinché nessun uomo possa mettersi sopra gli altri per schiacciarli. Puntare il dito contro i mafiosi non basta. Occorre coltivare la vigilanza e il senso critico - ha concluso monsignor Miglio - anche su noi stessi, perché i virus del male e della violenza sono in ciacun individuo.

Mario Girau

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative