La Nuova Sardegna

Cagliari

Elezioni, Vincenzo Onorato querela Ugo Cappellacci

Vincenzo Onorato
Vincenzo Onorato

Durante la campagna elettorale, il governatore uscente accusò l’armatore della Moby Lines di finanziare la campagna elettorale di Michela Murgia

27 febbraio 2014
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CAGLIARI. L’armatore della Moby Lines Vincenzo Onorato ha querelato il presidente della Sardegna uscente, Ugo Cappellacci per diffamazione. La querela - depositata questa mattina a Cagliari dal legale dell’armatore, l’avvocato Luigi Concas - fa riferimento alle dichiarazioni di Cappellacci che, nella corsa per regionali dello scorso 16 febbraio, sostenne che Onorato stava finanziando la campagna elettorale della scrittrice Michela Murgia, candidata governatore della coalizione Sardegna Possibile.

La campagna elettorale per le regionali della Sardegna - vinte da Francesco Pigliaru, candidato del centrosinistra - si era infiammata sul tema della continuità territoriale marittima. A gennaio, dalla sua pagina Facebook, la scrittrice di Cabras aveva definito Cappellacci «lo Schettino della politica, pessimo ex presidente e pessimo ex armatore» facendo riferimento alla flotta sarda studiata dal governatore uscente, per aggirare il caro traghetti imposto dalle compagnie di navigazione con le quali Cappellacci era entrato in aperto contrasto. La replica alla Murgia non si era fatta attendere e, nella tappa sassarese del suo tour elettorale, il presidente aveva risposto: «C’è una signorina che dice che io sono il comandante Schettino: se è così, lei è la Costa Concordia ed è destinata ad affondare mentre fa l’inchino agli armatori». Cappellacci era poi tornato diverse volte sul presunto finanziamento degli armatori alla campagna elettorale dei suoi avversari.

«Il signor Onorato non intimidisce né intimorisce nessuno. Si rassegni». Così il presidente uscente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, commenta il deposito di una querela nei suoi confronti da parte dell'armatore della Moby, Vincenzo Onorato. «Se pensa che il mutamento di maggioranza in Consiglio regionale - osserva Cappellacci - possa aver in qualche modo generato rassegnazione o affievolito la nostra intransigenza nei confronti di chi, come accertato dall'antitrust su nostro ricorso, ha messo sotto embargo la Sardegna, si sbaglia di grosso perchè anche dai banchi dell'opposizione proseguiremo la nostra battaglia per un pieno ed effettivo diritto alla mobilità dei sardi». «Non abbiamo abbassato la testa fino ad oggi - conclude Cappellacci - e non lo faremo mai neppure in futuro».

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