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Inquinamento a Porto Torres, c’è un nuovo allarme

Inquinamento a Porto Torres, c’è un nuovo allarme

Mozione della sinistra in Consiglio regionale: «Fare subito la valutazione d’impatto ambientale sulla chimica verde»

30 ottobre 2012
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CAGLIARI

Nuovo allarme inquinamento a Porto Torres, ora anche sulla «chimica verde». La sinistra ha presentato una mozione in Consiglio regionale per sostenere che il protocollo d’intesa firmato il 26 maggio 2011 a Palazzo Chigi tra Regione, Governo, Eni e Novamont, con cui le parti si impegnano a favorire la riconversione del petrolchimico di Porto Torres, «fa emergere dubbi e perplessità sul progetto, soprattutto sul versante dello sfruttamento delle biomasse e dei terreni per la coltivazione della materia prima». Sardigna Libera e Sel hanno così deciso di chiedere chiarimenti. La mozione è stata illustrata ieri mattina in una conferenza stampa.

La via maestra da seguire, secondo gli esponenti dell’opposizione, sono le bonifiche. «Anche i medici dell’ambiente dell’Isde – hanno sottolineato i firmatari della mozione – hanno manifestato perplessità e preoccupazioni sul piano di riconversione».

«Abbiamo ritenuto opportuno riportare l’attenzione sulla chimica verde – ha spiegato Claudia Zuncheddu, di Sardigna Libera – perché possa essere intrapresa una discussione in aula. L’inganno della riconversione passa per le biomasse: seppur coltivando cardi in tutta l’isola, sappiamo che la produzione non sarebbe sufficiente a far funzionare l’ecomostro. E, in ogni caso – ha precisato – destinare i terreni agricoli ad una monocoltura sarebbe un disastro».

Secondo Carlo Sechi (Sel), il bisogno di lavoro non può eludere una riflessione sulle ripercussioni ambientali per il territorio. «Vediamo un progetto nebuloso e siamo preoccupati dal silenzio delle amministrazioni locali. Il governo regionale punta tutto sui duemila lavoratori “occupabili”, ma – ha aggiunto Sechi – il rischio per l’agricoltura è forte e proprio nel momento in cui i dati su produzione biologica, a chilometro zero, locale e di qualità, sono confortanti».

Nella mozione sono riportati i risultati dello studio Esa-Oe (2001) che per l’area di Porto Torres rileva una mortalità superiore dell’1,04 per cento per i maschi e dell’,1,9 per cento per le donne rispetto alla media della Sardegna. Mentre l’incidenza dei tumori (lo studio è del 2006) rileva nell’area di Porto Torres un’incidenza superiore del 2 per cento per i maschi e del 7 per cento per le donne.

Il capogruppo di Sel, Luciano Uras, ha affermato che «non è più il momento di contrapporre salute e lavoro, i cittadini tutti hanno diritto di lavorare senza rischiare la salute. Quel che occorre è una seria valutazione di impatto ambientale in modo che si possa ragionare con dati certi».

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