La Nuova Sardegna

Cagliari

Gesturi, tra cavallini e bovini la partita della vita

di Sandro Macciotta
Gesturi, tra cavallini e bovini la partita della vita

In attesa della nuova retata per liberare la Giara dalle vacche - FOTO

01 ottobre 2012
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INVIATO A GESTURI. Ai tempi supplementari dell'estate più lunga del millennio, l'impari confronto tra cavallini della Giara e bovini è sempre più la partita della vita. Da una parte gli equini, gli unici che vivono allo stato selvatico in Europa, pochi chili di pelle, ossa e fame, tormentati da nugoli di mosche, dall'altra alcuni placidi quintali di carne. La superiorità fisica degli ospiti (in realtà sui terreni comunali di Gesturi i bovini sono a tutti gli effetti clandestini) è innegabile, sebbene i cavallini giochino in casa e abbiano alle loro spalle forse tre millenni di selezione naturale e di adattamento all'ambiente. A cominciare dalla minuscola corporatura.

Ma a fine settembre il fattore campo non conta più. La Giara – l'ultima pioggia risale a tre settimane fa, dopo mesi di estate torrida – sembra un piccolo Serengeti sardo. Le paulis sono calcinate dal sole e biancheggiano di fango e alghe secche. Sembra impossibile che solo a primavera fossero paludi fertili, ricche d'acqua. Ora sono un Kalahari dove ombre di cavallini sfuggenti si trascinano tra massi di basalto cementati dal fango, che si spacca in dolorose ferite, e pochi fili di erba .

I cavallini sono erbivori e muoiono; le vacche se la cavano ruminando arbusti e macchia mediterranea. E poi fanno il catenaccio davanti agli abbeveratoi e alle fonti quasi secche.

A metà luglio, con decreto dell'assessorato regionale alla Sanità, è stata ordinata l'espulsione dalla Giara dei bovini allevati allo stato brado. Due le finalità: preservare i cavallini e riportare la legalità (soprattutto sanitaria) su un vasto territorio diventato possibile serbatoio di malattie come tbc bovina, brucellosi o altre calamità. Ai primi di settembre lo show down delle autorità: annunciato il decreto, i bovini quattrocento erano e quattrocento sono rimasti. Barracelli e operai del Comune, sotto l'occhio vigile di carabinieri, forestali e finanzieri accorsi come forza pubblica per attuare lo sfratto, a fatica riescono a raggruppare una ventina di bovini senza marchio né microchip. Il bilancio dell'operazione non è univoco: per la Forestale sono una trentina, per l'Asl di Sanluri 22. Tutti però concordano che un terzo sono stati reclamati dai proprietari e restituiti dietro multa di 500 euro a capo. Gli altri, dopo i controlli veterinari, sono stati confiscati e spediti in un'azienda del Cagliaritano. E lì, previo ulteriori visite, sono stati dichiarati abili e arruolati come bistecche. Il ricavato è andato in beneficenza.

La reazione degli anonimi proprietari al daspo per i bovini non si è fatta attendere. La notte dopo, hooligans che credono di poter continuare a fare il bello e brutto tempo sulla Giara, incendiano alcuni capanni comunali (affidati alla coop che garantisce un minimo di guardiania e vigilanza ambientale sulla Giara) e danneggiano alcune recinzioni. E non è la prima volta: già a Pasqua, indispettiti dal successo della manifestazione “Due passi nel gusto” e dalla presenza di troppi turisti, gli hooligans dei bovini avevano appiccato fuoco ad altri capanni. Qualche anno prima 16 cavallini malaticci, rinchiusi tra quattro staccionate erano stati uccisi a fucilate. Sul versante di Tuili, oltre alle solite pinnette, avevano tentato di dar fuoco anche al giardino botanico. Clima di terrore quindi sulla Giara. Forse è per questo, per evitare altre intemperanze (“Sono reati – puntualizza il numero uno della Forestale regionale Giuseppe Delogu – ed è nostro dovere riportare la legalità nella zona”) il secondo blitz aleggia nell'aria come l'attacco israeliano ai siti nucleari iraniani. Ma non è ancora scattato, anche se tutti sono d'accordo che ci sarà entro pochi giorni. Comunque i primi risultati si sono già visti. I bovini allo stato brado sono dimezzati. Si potrebbe ironizzare che si sono dati alla macchia .

Non tutta la Giara però è un inferno equino: a casa Lavra, versante di Genoni, provincia di Oristano, c'è la tenuta di Agris: 700 ettari. L'ente strumentale della Regione ha creato qui da poco meno di 20 anni una sorta di Coverciano per i cavallini.Hanno recuperato la biodiversità e li allevano tra muretti ben tenuti, staccionate, resti di paulis con ancora un filo d'acqua e abbeveratoi, senza la spietata concorrenza di pascolo dei bovini. Sono allevati allo stato brado ma non selvatico. Ed è forse questo il limite di questa arca di Noe. “Qui abbiamo 200 capi – spiega Luigi che lavora a Lavra –: ogni anno raggruppiamo i cavalli per microcippare i puledri e verificare lo stato di salute del branco. La cattura per questi animali, comunque abituati alla libertà, può essere un grande stress e alcuni muoiono”. “Quest'anno – aggiunge Ignazio Cossu, veterinario di Agris – le nascite sono state poche per condizioni climatiche estreme: tanti aborti, pochi puledrini”. E la stagione 2012 non è stata la peggiore.

Il sindaco di Gesturi, Gianluca Sedda, che deve gestire la grana dei 2000 ettari di terreni comunali sui 4.200 in totale di quest'isola basaltica nell'isola, ha un'idea e un asso nella manica: creare con Tuili e Setzu una Fondazione per tutelare i cavallini e aprire una forestazione cofinanziata dall'Ue. Il Comune infatti ha vinto con un suo progetto un concorso europeo e ha 600mila euro disponibili da aggiungere ai 350mila ottenuti dal sughero della giara. Di cantieri regionali neanche parlarne: alcuni anni fa il progetto fallì per l'opposizione degli allevatori (poco più di una trentina) che hanno in concessione le terre comunali. Oggi i progetti dell'Ente foreste sono di fatto bloccati perché la priorità è risolvere la questione precari. Concedere i terreni all’Ente, significherebbe vedere paracadutati sulla Giara un quarantina di operai di altri Comuni. Con quali conseguenze sull'ordine pubblico è facile immaginarlo.

Neanche l'idea del parco va avanti. Nel '94, proprio il giorno della firma del protocollo con la Regione, una rivolta dei pastori con minacce di morte a sindaco e assessore regionale e pecore sgozzate, fece saltare l'accordo. E così la Giara e gli 11 Comuni confinanti sono Siti di interesse comunitario: ambiente tutelato, ma non un unico parco senza muretti per i cavallini come sognano gli ecologisti. Purtroppo c'è il grimaldello degli usi civici in mano a pochi privati che pagano per l'enorme Comunale di Gesturi una miseria, neanche 3mila euro annui. E ogni progetto si impantana.

Fabiano Mura della cooperativa Sa jara manna, 18 soci, mi accompagna a vedere le pinnette bruciate. “So bene – dice senza ombra di paura – che alla prossima retata di vacche ci saranno rappresaglie. Reagiscono così per imporre la loro legge sulla Giara, ma qui ho il mio lavoro”.

La cooperativa vigila sugli ingressi dei turisti: quest'anno sono già 12mila dal cancello di Gesturi. A fine settembre si vedono ancora svizzeri e tedeschi. Una bimba bionda di 3 anni al massimo che sembra Heidi, è sorridente dopo il giro della giara. Ha gli occhi pieni di sughere e cavallini. La mamma chiede una cartina e Fabiano le dice che bisognerebbe pagare, poi ci ripensa e la mette in mano alla piccola che lo ricompensa con un sorriso.

Nella mia agenda ho già scritto che a primavera devo tornare sulla giara per vedere com'è finita, per abbeverare gli occhi nelle paulis piene di ranuncoli. E anche per capire se il finale sarà lieto come in un film di Disney o sarà il prequel di Mondo cane.

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