La Nuova Sardegna

Cagliari

“Studi Aperti”, gli artisti parlano alla città

di Carlotta Comparetti

Da oggi fino a domenica, fotografi e pittori apriranno i loro atelier al pubblico fino a mezzanotte

07 settembre 2012
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CAGLIARI. Chiunque passeggi per le vie di Castello questo week-end si troverà letteralmente circondato da arte e musica. Parte da oggi, infatti, l’iniziativa Studi Aperti che, come suggerisce il nome, farà si che per tre sere, dalle 18 a mezzanotte, quindici studi di pittura e fotografia aprano le porte al pubblico, invitandoci a conoscere piu da vicino gli artisti che popolano il centro storico e poterli osservare all’opera.

Dopo essersi affermata da tempo in altre città come Roma e Napoli, Studi Aperti arriva per la prima volta a Cagliari grazie all’impegno e alla fantasia del giovane pittore cagliaritano Davide Siddi che dallo scorso luglio, insieme all'associazione Urban Center, ha lavorato per dare forma ad un esperimento ancora intentato in ambito locale. “La cosa piu piacevole è stata la risposta delle persone che di volta in volta abbiamo invitato a darci una mano”, spiega Siddi, che si dice soddisfatto del consenso e della partecipazione che l’iniziativa ha riscosso fin da subito, pur nell’assoluta ristrettezza di risorse e mezzi.

Studi Aperti rappresenta un momento in cui l’arte vuole interagire col pubblico, stabilire con esso una relazione quasi personale nel tentativo di riavvicinare due mondi tradizionalmente e pericolosamente distanti, e Studi Aperti prova a farlo attraverso un’atmosfera familiare, leggera. Riscoperta, creatività e, immancabile, l’intrattenimento, sono dunque alcuni degli ingredienti di quest’iniziativa, intorno alla quale gravitano oltre cinquanta musicisti che intratterranno i visitatori durante le passeggiate tra le vie del centro storico e le soste nei cinque locali parner tra il bastione Saint Remy e quello di Santa Croce (Caffè delle Arti,Caffè degli Spiriti, De Candia, Ritual, Libarium).

Tra i messaggi di Studi Aperti, vi è sicuramente il bisogno dell’arte locale di aprirsi al confronto con la propria comunità di riferimento per poterne decifrare ed interpretare caratteri, umori, bisogni e gusti. Ma vi è, da parte del pubblico, un contestuale bisogno di conoscenza o riscoperta, che contribuisca al superamento di modelli riduttivi, ancora prevalenti, che considerano l’arte mero passatempo o bobby, piuttosto che un vero e proprio mestiere, “fatto di studio, ricerca e lavoro quotidiano”, citando il giovane pittore.

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