La Nuova Sardegna

Alghero

«Città e territorio sono ripiombati ai livelli di 25 anni fa»

di Gian Mario Sias
«Città e territorio sono ripiombati ai livelli di 25 anni fa»

Massimo Cadeddu: colpa del disinteresse della politica Aeroporto in rosso, fuga Ryanair e pochi turisti invernali

25 febbraio 2017
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ALGHERO. «Un altro inverno del genere il territorio non se lo può permettere e non è in grado di reggerlo». Massimo Cadeddu, commerciante d’abbigliamento e segretario cittadino di Confcommercio, non è certo il tipo da ultimatum e appelli. Ma le sue parole, pacate e infilate nel mezzo di una riflessione ben più circostanziata e varia, suonano come un vero e proprio avvertimento rivolto a chiunque abbia la possibilità di fare qualcosa.

Politici, rappresentanti istituzionali, proprietari, management: il destino del territorio è adesso, si gioca in queste ore, ed è legato a filo doppio a quello dell’aeroporto internazionale “Riviera del corallo” di Nuraghe Biancu. Fertilia, Alghero, giusto per ricordarlo.

Perché da qui, dall’enclave catalana in Sardegna, la sparizione dei passeggeri invernali e il crollo dei flussi aeroportuali non è roba buona solo per le statistiche.

Anche perché, per dirla tutta, un altro inverno così «potrebbe arrivare solo dopo un’altra primavera-estate non eccezionale», spiega Massimo Cadeddu, chiarendo che la posizione che esprime è «frutto delle unanimi considerazioni di imprenditori del commercio ma anche del settore turistico».

Senza addentrarsi troppo in un campo che non è del tutto il suo, il segretario cittadino di Confcommercio annota solo che «abbiamo visto questo inverno che gli alberghi aperti erano ben pochi e hanno dovuto sostenere sforzi immani per far fronte a costi di gestione importanti».

Il motivo? Semplice. «Questo territorio ha sofferto maledettamente perché è stato fatto ripiombare a 25 anni fa, quando era collegato solo con Roma e Milano», insiste il negoziante.

Nessun biasimo per chi non ha aperto, e neanche per i pubblici esercenti. «Molti sono volenterosi e avrebbero voluto aprire la propria attività anche d’inverno – spiega – ma davanti al deserto, alla sparizione dei turisti stranieri, che erano il core business della stagione invernale e faceva quadrare i conti, tutti realizzano che aprire un’attività senza alcuna garanzia significherebbe perdere danari».

A questo punto la paura, perché di questo si tratta, del rappresentante dei commercianti algheresi è che «in un momento in cui arretra in maniera netta, come è evidente, il territorio possa iniziare a non essere più appetibile per investimenti privati, sia locali che esterni».

D’altronde, «se è vero che la sana crescita di un territorio è figlia di investimenti privati – insiste Massimo Cadeddu – è anche vero che al momento in questa area non è in atto alcun investimento pubblico, e la situazione ci preoccupa molto». Lo sguardo è rivolto alla stagione estiva, il pensiero è già all’autunno.

«La bassa stagione è il nervo scoperto dell’economia locale – dice ancora Massimo Cadeddu –, inutile girarci intorno, è su quello che bisogna lavorare». E qui le riflessioni si fanno più apertamente appello.

«Al management di Sogeaal chiediamo di prendere in considerazione lo stato delle cose, chiediamo a gran voce un atto di coraggio, soprattutto per i mesi non caldi», conclude Cadeddu togliendosi un ultimo sassolino dalle scarpe. «La classe politica del territorio, i consiglieri regionali, non manifestano interesse e preoccupazione». Non è un appello, ma ha dei destinatari.

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