La Nuova Sardegna

Alghero

Da Conegliano alla Nurra per esplorare i vini sardi

di Gianni Olandi
Da Conegliano alla Nurra per esplorare i vini sardi

Giampaolo Parpinello ha creato una piccola ma vivace azienda che cura con i figli Quest’anno ha festeggiato la 52esima vendemmia consecutiva in Sardegna

16 ottobre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Comincia nel 1964 la straordinaria storia di Gian Paolo Parpinello, giovane tenente degli alpini, con in tasca una laurea in enologia ottenuta alla scuola di viticoltura di Conegliano Veneto, che dopo il servizio militare decide di venire in Sardegna, più per spirito giovanile di avventura che con obiettivi di tipo professionale. Non andrà più via e quest’anno ha festeggiato la vendemmia consecutiva numero 52. «Sarebbero 53» precisa ricordandone un’altra con il padre Luigi nel vigneto di famiglia in Veneto. Parpinello approda a Monti, l’esperienza paterna e gli studi specifici lo spingono ad approfondire la conoscenza di un vitigno speciale, quello del vermentino, allora poco valorizzato, oggi conosciuto in tutto il mondo. La sua passione ma anche una fortissima curiosità verso le specificità delle vite sarda, lo hanno portato in breve tempo a ottenere riconoscimenti di ordine profesionale , consulente di diverse cantine storiche, fino a ricoprire l’incarico di direttore della azienda vitivinicola di Santa Maria La Palma che ha lasciato nel 2000, quando è arrivata l’età della pensione.

Pensione soltanto anagrafica perché forse da quel momento Gianpaolo Parpinello comincerà una nuova vita e, stavolta, con i suoi vitigni: quelli di Joanna de Mare, una ventina di ettari nella Nurra sassarese dove ha realizzato la sua cantina che conduce insieme ai figli Laura, Giusi e Paolo. «Quella di continuare a vivere tra i filari dei vigneti – dice Gianpaolo Parpinello – è stata quasi una scelta obbligata, che cosa avrei potuto fare se non continuare a vivere con i grappoli, il mosto, la vendemmia e la trasformazione del prodotto. Quando il ciclo produttivo si conclude e il vino finisce in bottiglia è una soddisfazione straordinaria per un uomo di campagna».

Quasi si commuove l’enologo che per dimostrare il suo attaccamento alla Sardegna, («Mi ha dato tanto»), chiama il suo vermentico Doc “Sessantaquattro”, l’anno in cui mise piede nell’isola dopo aver riposto il suo cappello con la penna nera di alpino. Sulla viticoltura in Sardegna Parpinello esprime ottimismo: «Ha potenzialità straordinarie e negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante anche grazie al supporto economico regionale che ha consentito adeguamenti tecnologici tali da affermarsi a ogni livello».

A Janna de Mare oltre ai vermentini, tra i quali Ala Bianca, pluripremiati in concorsi internazionali, nascono anche l’Isola dei Nuraghi, il Cannonau Riserva e il Monica superiore. «Il 50 per cento del nostro mercato si svolge all’estero – dice con una punta di orgoglio riscuotendo l’assenso dei figli –. Stiamo vivendo un momento favorevole da parte della domanda che ci obbligherà a potenziare la nostra capacità di offerta di prodotto».

Gli attuali 20 ettari diventeranno presto 30 ai quali vanno aggiunti un’altra ventina nella Nurra algherese. «La presenza dei miei ragazzi – aggiunge – e l’aver individuato in loro la stessa mia passione, sono motivo di stimolo per fare crescere i nostri Poderi Parpinello ».

Verso le elezioni

Tredici sardi in corsa per uno scranno nel Parlamento europeo: ecco tutti i nomi

di Umberto Aime
Le nostre iniziative