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Bruno: Calabona, vogliamo chiudere dopo 35 anni di lotte

Bruno: Calabona, vogliamo chiudere dopo 35 anni di lotte

ALGHERO. «Stiamo affrontando l’argomento con la dovuta attenzione». Questo il commento del sindaco Mario Bruno in relazione alla vicenda delle palazzine di Calabona, il “Caso Mariani”, la cui...

22 luglio 2016
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ALGHERO. «Stiamo affrontando l’argomento con la dovuta attenzione». Questo il commento del sindaco Mario Bruno in relazione alla vicenda delle palazzine di Calabona, il “Caso Mariani”, la cui concessione edilizia è stata recentemente dichiarata illegittima da una sentenza della Corte di Cassazione in quanto l’intervento edificatorio è stato realizzato sconfinando per circa 2 metri di larghezza e un centinaio di lunghezza dal terreno di proprietà invadendo una lottizzazione vicina.

Il riferimento del sindaco riguarda soprattutto la richiesta di risarcimento avanzata proprio dal proprietario del terreno adiacente, l’imprenditore algherese Giancarlo Scognamillo, che ha presentato in Tribunale, attraverso il suo legale l’avvocato Alberto Sechi, una richiesta di danni di 15 milioni.

Una botta decisamente pesante per le casse del Comune. «Stiamo acquisendo autorevoli pareri legali - aggiunge il sindaco - perché non soltanto vogliamo affrontare questa vicenda complessa la cui durata nel tempo e perfino difficile da giustificare, ma soprattutto la vogliamo risolvere. Investiremo del problema il consiglio comunale, tutte le forze politiche, per mettere fine a un episodio duranto fin troppo tempo».

La vicenda nasce nel 1985 quando dal Comune di Alghero viene rilasciata all’impresa Iro Mariani la licenza per costruire tre palazzine sul colle di Calabona, in una posizione panoramica mozzafiato. In pochi mesi esplose subito il caso dello sconfinamento nel terreno vicino e da quel momento cominciò una battaglia legate durata 32 anni e che si è conclusa soltanto il mese scorso dopo che la Cassazione ha sentenziato che quella licenza non doveva essere rilasciata e che, in ogni caso, dopo l’accertamento dello sconfinamento nel terreno vicino, doveva essere revocata.

La vicenda ha inoltre coinvolto una trentina di famiglie proprietarie degli appartamenti. Trascinate incolpevolmente nel contenzioso hanno vissuto una lunga odissea che purtroppo non si è ancora conclusa anche alla luce della sentenza della Cassazione. Da segnalare che tra le parti, Comune e imprenditore Scognamillo, è in corso un tentativo di conciliazione che dovrebbe tenersi a breve. La vicenda determinò all’epoca in cui divenne un contenzioso legale, il blocco di una richiesta di lottizzazione presentata da una quarantina di piccoli proprietari, la maggior parte dei quali voleva realizzare in quel sito la propria abitazione. Progettualità che dopo 30 anni appare ancora in essere. (g.o.)

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