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Alghero, un veliero sommerso nelle acque di Porto Ferro

Alghero, un veliero sommerso nelle acque di Porto Ferro

I residenti di Guardia Grande chiedono che il relitto venga valorizzato con la creazione di un sito adatto agli appassionati  di immersioni subacquee

24 giugno 2016
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ALGHERO. «Nei fondali di Porto Ferro ci sono i resti di un’imbarcazione, un vero e proprio tesoro per gli appassionati di immersioni, di snorkeling e di relitti sottomarini, dovremmo farne un’attrazione turistica per sostenere il rilancio di questa parte del territorio algherese».

A lanciare la proposta sono gli abitanti della borgata di Guardia Grande. Sono animati dalle migliori intenzioni e hanno un piano semplice semplice, chiedono solo di essere ascoltati da tutte le istituzioni competenti. «Esiste un tesoro a tre, massimo quattro metri sott’acqua, quindi visibile a tutti», spiegano i rappresentanti del comitato di borgata, impegnati costantemente a ricercare qualsiasi strumento utile per rilanciare il turismo e l’economia di tutta l’area.

«Quei resti sono stati scoperti più di quarant’anni fa, ma sino ai giorni nostri sono rimaste inaccessibili per la maggior parte delle persone, che si tratti di algheresi o di turisti – aggiungono – per il semplice motivo che nessuno sa della loro presenza o dove si trovino». Ebbene, ora «vogliamo darci da fare perché questo patrimonio torni alla ribalta – annunciano – e possa diventare un’ulteriore attrazione turistica tra le meraviglie di tutta l’area di Porto Conte». L’ipotesi fatta dai cittadini «è che la baia di Porto Ferro, sferzata spesso da venti impetuosi e acque agitate, indomabili, sia stata l’ultima destinazione di quell’imbarcazione che si è arresa all’impossibilità di proseguire nella navigazione ed è colata a picco, portando con sé il suo carico sconosciuto».

Un carico, è la convinzione, «che doveva essere prezioso, dato che aveva necessità di essere protetto – sostengono – tanto che oggi nella baia, a pochissima distanza dalla spiaggia e ancor più nelle giornate in cui le correnti trascinano la sabbia verso il mare aperto, è possibile ammirare nitidamente e in tutto il loro splendore cannoni, catene, ancore e altri resti». Ecco perché, concludono, «questo sito è da valorizzare, segnalandolo e inserendolo tra le attrazioni del territorio, un’esperienza da raccontare in modi diversi, per incuriosire pubblici diversi, a iniziare dai bambini». (g.m.s.)

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