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Ryanair chiude anche la base di Pescara e taglia 16 rotte dagli scali regionali

Un airbus della Ryanair
Un airbus della Ryanair

Il motivo sarebbe l'aumento delle tasse aeroportuali da 6,5 a 9 euro (10 euro a Roma). Critiche al governo da parte del direttore commerciale della compagnia low cost

02 febbraio 2016
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SASSARI. La compagnia Ryanair, a fronte dell’aumento delle tasse aeroportuali da 6,5 a 9 euro (10 euro a Roma) ha deciso di chiudere due (Alghero e Pescara) delle sue 15 basi italiane, tagliare 16 rotte e 600 posti di lavoro con la conseguente perdite di 800 mila clienti. Lo ha reso noto il direttore commerciale dell’aviolinea low cost irlandese, David ÒBrien, nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha annunciato uno spostamento dagli aeroporti regionali agli scali di Roma e Milano. In particolare, l’apertura di quattro nuove rotte dalla capitale.

Il top manager è stato molto polemico nei confronti del governo ma anche di Alitalia. Ricordando che le tasse aeroportuali vanno a finanziare il Fondo di integrazione al reddito dei dipendenti del trasporto aereo e pertanto, in gran parte, il trattamento del personale Alitalia in esubero, ÒBrien ha affermato: «La Ryanair non intende finanziare l’Alitalia dovrebbe avere qualcuno ad Abu Dhabi a finanziare questo fondo, non certo noi».

«Dopo un anno da record per il turismo in Europa e un altro anno importante davanti - sono parole di ÒBrien - il governo italiano ha deciso di darsi la zappa sui piedi aumentando le tasse sui passeggeri di circa il 40% per gonfiare il Fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia. Quale compagnia aerea più grande in Italia, volando su 26 aeroporti e trasportando 27 milioni di clienti all’anno da e per l’Italia - ha aggiunto - a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non quella di chiudere due delle sue 15 basi italiane (Alghero e Pescara) e spostare i suoi aeromobili, piloti ed equipaggi verso Paesi con costi più bassi per il turismo. Interromperemo anche tutti i nostri voli all’aeroporto di Crotone e saremo costretti ad effettuare ulteriori tagli alle rotte sui nostri aeroporti regionali italiani».

«Questo aumento della tassa - ha detto ancora - danneggerà seriamente il turismo italiano, particolarmente negli aeroporti regionali dove la Ryanair porta milioni di visitatori ogni anno, contribuendo all’economia locale per milioni di euro attraverso turisti che spendono molto, supportando migliaia di posti di lavoro». Ricordando poi che in questo momento la disoccupazione giovanile supera il 40% e «il turismo è uno dei pochi settori che può stimolare la rapida creazione di posti di lavoro per i giovani delle regioni d’Italia», ÒBrien ha fatto presente che «l’Italia si è resa poco competitiva e meno attrattiva per le compagnie aeree ed i turisti e poichè sempre più clienti evitano quest’anno il Medio Oriente ed il nord Africa per prenotare vacanze nel Mediterraneo, l’Italia consegnerà una opportunità d’oro di crescita ad altre destinazioni in spagna, Portogallo e Grecia che hanno minori costi per il turismo».

A fronte di tale analisi, Ryanair «rivolge un appello al governo italiano affinchè elimini questo dannoso aumento della tassa», richiedendo un urgente incontro con l’esecutivo proprio per «salvare il turismo, il traffico e i posti di lavoro in Italia».

Riguardo al potenziamento delle rotte sulla capitale, la low cost irlandese ha annunciato quattro nuove rotte per Lanzarote, Norimberga, Praga e Sofia e nuovi collegamenti invernali per Alicante, East Midlands, Malaga e Trapani e più voli per Atene, Bari, Berlino, Bruxelles, Budapest, Edimburgo e Manchester che «permetteranno - secondo una nota dell’aviolinea - di trasportare oltre 9 milioni di clienti all’anno e sosterranno 6.900 posti di lavoro presso gli aeroporti romani di Ciampino e Fiumicino».

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