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Case di Sa Segada, resta il timore di altri raid ladreschi

di Gianni Olandi
Case di Sa Segada, resta il timore di altri raid ladreschi

C’è il rischio di ulteriori ritardi nella consegna degli immobili Necessari interventi rapidi ma anche un servizio di vigilanza

28 novembre 2014
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ALGHERO. C'erano stati già diversi tentativi di occupazione dei 10 alloggi di case popolari realizzati a Sa Segada e in attesa, ormai da quasi un anno, di essere consegnati alle famiglie inserite in gradiatoria. Tentativi che erano stati scongiurati per una sorta di guardiania volontaria da parte degli stessi abitanti della borgata ben consci dei rischi, in questo periodo particolare, che si corrono lasciando senza controllo strutture abitative praticamente già realizzate alle quali mancava soltanto il collegamento con la rete idrica e fognaria, e alcuni interventi collaterali come la realizzazione del marciapiede attorno alle abitazioni a schiera. Tra l'altro di questi tentativi di occupazione, secondo quanto riferiscono gli stessi abitanti di Sa Segada, erano stati informati i riferimenti istituzionali. Era quindi lecito attendersi una attività di sorveglianza tale da scongiurare colpi di mano.

Ma il colpo di mano c'è stato nella notte di mercoledì della scorsa settimana quando le 10 abitazioni di Sa Segada sono state visitate non da senzatetto alla ricerca di un alloggio (condizione che peraltro non giustifica l'occupazione abusiva che resta sempre un reato) ma da una banda di ladri che hanno fatto razzia di buona parte dei sanitari, water, bidet, lavandini, rubinetteria, arredi di bagni in genere, cavi elettrici e tutte le grondaie, di rame, istallate per convogliare le acque piovane.

Ora il timore di quanti sono presenti nei primi 10 posti della graduatoria, timore del tutto giustificato, e che il saccheggio della scorsa settimana possa determinare ulteriori ritardi e intoppi nella consegna degli alloggi.

Dovrà essere ripristinata l'installazione di bagni, grondaie e arredi che secondo alcune stime supererebbero i 50 mila euro di valore.

Non essendo stati ufficialmente consegnati, quindi nessuno li ha presi in carico, gli alloggi sono nella competenza dell'Area, l'ex Istituto Autonomo Case Popolari.

In ogni caso il tempo per ripristinare lo stato di funzionalità precedente al saccheggio c'è ancora tutto visto che l'amministrazione comunale deve ancora bandire, o assegnare, gli appalti per il collegamento idrico e fognario e per le opere collaterali ancora da realizzare.

I tempi della burocrazia in quanto a celerità non sono proprio dietro l'angolo anche se in una situazione di drammatica emergenza come quella che si sta vivendo per gli alloggi di Sa Segada, sarebbe utile attivare le procedure più rapide, una volta si chiamavano di somma urgenza, in grado di ridurre tutti i tempi burocratici e procedere con la massima celerità a rendere abitabili gli appartamenti.

Soltanto consegnando gli alloggi agli aventi diritto infatti si potrà scongiurare il rischio di occupazioni abusive o di ulteriori saccheggi visto che, tra l'altro, a nessuna istituzione pubblica è venuto in mente di predisporre un servizio di guardiania in grado di proteggere quei beni pubblici.

Distrazione o dimenticanza che è costata oltre 50 mila euro per la razzia dei sanitari. Un servizio di vigilantes privati sarebbe indubbiamente costato di meno.

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