La Nuova Sardegna

Alghero

“Afrikan Exotic”: tre dei sei algheresi restano in carcere

di Nadia Cossu
“Afrikan Exotic”: tre dei sei algheresi restano in carcere

Per il pm avrebbero avuto un ruolo centrale nello spaccio Altri tre sono usciti da Bancali e hanno l’obbligo di dimora

13 aprile 2014
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ALGHERO. Tra i sardi coinvolti nell’operazione dei carabinieri di un mese fa, quello degli algheresi era il gruppo più numeroso. Due, in particolare, erano stati considerati dalla Dda come coloro che avevano un filo diretto con i nigeriani trapiantati a Sassari (che avrebbero gestito il traffico internazionale di droga) e per questo il tribunale della Libertà ha rigettato la richiesta di scarcerazione. Si tratta di Roberto Sechi (47 anni) e Lucia Peddis (di 49). Ma a restare in carcere è anche Franco Correddu (48 anni), un curriculum da piccolo spacciatore alle spalle. Sono invece stati scarcerati Antonio Canu (di 52), Sonia Tola (di 39) e Massimiliano Bianchi (di 46): per tutti e tre è stato disposto l’obbligo di dimora in città. C’erano, ancora, altri algheresi nei confronti dei quali era stato disposto da principio l’obbligo di dimora, probabilmente avevano avuto un ruolo secondario in questo giro di trafficanti e spacciatori: il tribunale della libertà ha annullato le ordinanze emesse nei loro confronti.

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari avevano chiuso il cerchio dopo due anni di indagini riuscendo così a portare a termine l’operazione «Afrikan Exotic» su un traffico internazionale di stupefacenti. All’alba dello scorso 18 marzo erano stati eseguiti 38 provvedimenti cautelari (di cui cinque obblighi di dimora). Le persone coinvolte erano circa 60. Insieme ai vertici dell’organizzazione e ai corrieri – quasi tutti africani – figuravano anche esponenti locali che si erano «affiliati» alla banda per gestire lo spaccio all’ingrosso a Sassari, Alghero e Porto Torres. E proprio a Sassari il gruppo dei promotori era costituito da tre cittadini nigeriani che facevano base nel negozio di articoli alimentari «African Exotic», al corso Vittorio Emanuele. La droga partiva dalla Spagna (aeroporti di Barcellona, Girona, Madrid e dal porto di Barcellona) e dall’Olanda (tramite l’aeroporto di Charleroi in Belgio) e i viaggi prevedevano scali diversi in Italia (aeroporti di Bergamo, Verona, Bologna e Roma) per poi giungere a destinazione ad Alghero (con voli low-cost) o a Porto Torres dai porti di Barcellona o Genova.

Nella tesi iniziale del pm gli algheresi erano considerati pedine importanti dell’associazione ma il gip non aveva sostenuto questa convinzione. L’avvocato Elias Vacca, che difende tutti i catalani, ha già annunciato il ricorso in Cassazione per i tre che sono rimasti a Bancali.

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