La Nuova Sardegna

Alghero

In spiaggia assieme ai “cercatori d’oro”

di Andrea Massidda
In spiaggia assieme ai “cercatori d’oro”

Sempre più persone battono al tramonto gli arenili della Riviera del Corallo con i metal detector per scovare monete e gioielli sotto la sabbia

18 agosto 2013
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ALGHERO. Compaiono all’improvviso sulle spiagge appena il sole tramonta, quando anche il più accanito amante del mare è già sotto la doccia. Poi percorrono chilometri e chilometri sulla sabbia con in testa un paio di cuffie acustiche e in mano uno strano aggeggio che assomiglia a un aspirapolvere. Ma non si tratta di extraterrestri: sono veri e propri cercatori d’oro. La loro missione? Scovare sotto la sabbia, anche a grande profondità, bracciali, anellini, fedi nuziali, orologi e, manco a dirlo, monete. Tutto grazie a un metal detector che su internet di può acquistare a circa 300 euro e funziona più o meno come un “cerca-mine”. «È soltanto un hobby», precisano un po’ tutti chiedendo l’assoluto anonimato. Eppure se è vero che in tanti praticano questa singolare attività semplicemente come passatempo, è altrettanto vero che, battendo per bene gli arenili più frequentati, in una sera puoi portarti a casa un piccolo tesoretto utile a pagare bollette, affitti e mutui vari. Perché tornare indietro senza aver buscato nulla è impossibile.

Il bip che fa sognare. A spiegare come sia effettivamente così lo spiega bene Gianni, 33 anni, un giardiniere sassarese che nel tratto di costa tra l’ospedale marino e Fertilia ha trovato la sua California. «Se hai voglia di camminare - racconta - te ne vai via dopo qualche ora anche con 300 euro: del resto sarebbe molto strano non trovare neanche un oggetto smarrito in una spiaggia sulla quale hanno trascorso la giornata migliaia di persone». Così si va avanti in attesa di quel “bip” che fa sognare grossi guadagni. «Per me e per il mio gruppo di amici è diventata quasi una sfida - aggiunge Gianni sorridendo -, e quando ci ritroviamo a fine battuta finiamo sempre in pizzeria. Insomma, noi non usiamo il metal detector a scopo di lucro, ma solo per gioco, anche se non posso negare che nella Riviera del Corallo ci sia qualcuno che lo fa quasi per lavoro». E c’è da credergli, visto che Gianni ammette che recentemente ha racimolato 170 euro in monete e una fede d’oro valutata il doppio. Non sorprende, dunque, che il fenomeno stia registrando un vero e proprio boom.

Guadagni record. Tra i i cercatori d’oro sono in pochi quelli disposti a svelare i segreti del mestiere e tutti pretendono più o meno l’anonimato. Eppure questa pratica non è illegale, sempre che non si disturbino i bagnati o che dalla sabbia non saltino fuori reperti archeologici (in questo caso il ritrovamento va immediatamente segnalato alla Sovrintendenza competente o comunque alle forze dell’ordine). «Un amico - continua Gianni - due anni fa ha trovato un braccialetto d’oro dal peso di 30 grammi e ne ha ricavato oltre 700 euro.

Gli arnesi del mestiere. Il metal detector più utilizzato si chiama Euro Ace e hala particolarità di di discriminare gli oggetti. «Significa - spiega l’esperto - che ti dice se si tratta di ottone, rame o ferro, ad esempio, ma attraverso il display ti avverte anche se la moneta rinvenuta è da un euro, da due euro o da 50 centesimi».

Servizio utile. Naturalmente questo macchinario si rivela spesso molto utile. E non di rado ci sono bagnanti che si rivolgono a questi “cercatori d’oro” pregandoli di ritrovare chiavi di casa o gioielli di9 particolare valore affettivo. «È capitato da poco - conclude Gianni - che una turista torinese avesse smarrito la fede. E quando gliel’ho consegnata ha fatto i salti di gioia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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