La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, sul masterplan per Maria Pia lo scontro si fa duro

di PIer Giorgio Pinna
Alghero, sul masterplan per Maria Pia lo scontro si fa duro

L’ex sindaco Tedde parla di tempesta in un bicchier d’acqua. Il centrosinistra difende il lavoro ma è contro i megapiani

21 giugno 2012
5 MINUTI DI LETTURA





INVIATO AD ALGHERO. Bum! Il progetto per il megacomplesso turistico a Maria Pia sta provocando l'effetto di una bomba nella campagna elettorale ormai agli sgoccioli. C'è chi, nel centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Francesco Marinaro, parla di un ordigno già disinnescato, conosciuto da tempo, maneggiabile con cura e, comunque, non pericoloso. E c’è invece chi, nel centrosinistra che appoggia al ballottaggio di domenica e lunedì la candidatura di Stefano Lubrano, rincara la dose delle accuse contro tutti quelli che vogliono stravolgere l'ambiente e contro il format turistico tipico della Riviera del corallo.

Cifre. Nel frattempo è cominciata una guerra sui numeri. I dati sulle volumetrie presentati in Comune (dove si farebbe cenno a 1.500 posti letto complessivi e a uno sviluppo inferiore ai 300mila metri cubi) sarebbero diversi dalle cifre fornite a Milano durante la fiera specialistica nella quale il masterplan è stato proposto agli investitori esteri, dagli operatori del Qatar ai cinesi. In quest'ultimo caso, dal genere d'insediamenti a 5 stelle e dalle altre strutture ipotizzate, si arriverebbe con facilità a 2.600 posti letto e a una cubatura pari a molto più del doppio. Ma in realtà sembra che solo pochissimi fino a oggi abbiano potuto avere accesso alle carte custodite in municipio dopo il passaggio dell’intero pacchetto d’iniziative a imprenditori locali.

Atmosfere. Ad Alghero, a ogni modo, la temperatura è rovente. E non soltanto per l'afa e il gran caldo. Dice Mario Bruno (Pd), consigliere regionale rimasto nella sua città per la maggior parte della lunga campagna per eleggere il sindaco e la nuova giunta: «Maxipiani come questo o altri, e mi riferisco per esempio al porto, non possono più venire discussi in stanze chiuse, magari con gli stessi progettisti e i costruttori interessati. Niente succederà più senza che gli algheresi siano coinvolti e senza che tutti i cittadini possano esprimersi nell'interesse generale della collettività». «Siamo a favore del lavoro e della impresa, contro speculazioni e logiche che mirano a socializzare le perdite privatizzando solo gli utili», è la conclusione di Bruno.

Villaggi vacanze. In effetti, nel territorio, l'unica megastruttura nata negli ultimi decenni è il complesso ex Baroudi, mai autorizzato dall'amministrazione municipale e "passato" grazie a una sanatoria. Lo stesso complesso poi trasformato nel Baia di conte, oggi gestito dalla Valtur. Un fatto che spinge Valdo Di Nolfo, di AlgueRosa, neoconsigliere comunale, il più votato nel centrosinistra, a parlare di «lobby che continuano ad agire nell'ombra». «Sono gli stessi gruppi di potere che temono la trasparenza e le competenze che noi intendiamo proporre per quanto riguarda l’uso di tutti i beni pubblici _ afferma _ Non si deve dimenticare che quest'investimento dovrebbe sorgere su una quarantina di ettari di proprietà municipale. Ecco, noi non ci opponiamo a progetti seri e compatibili con l'ambiente. Non vogliamo però vedere ripresentarsi vecchie logiche».

Ambiente. Parla di «scelta decisamente inopportuna» Carlo Sechi, ex sindaco, consigliere regionale di Sel. «La priorità è riprendere un governo della città basato su accoglienza, decoro, eco-sostenibilità _ spiega _ A Maria Pia c'è il palacongressi e credo che la destinazione pubblica di quest'area vada salvaguardata».

Bufere. Il sindaco uscente definisce invece «una tempesta in un bicchier d'acqua» la presentazione dal 5 al 7 giugno a Milano dei piani per Maria Pia. «Intanto parliamo di un progetto iniziale che risale a 12 anni fa _ puntualizza Marco Tedde, appena rieletto in consiglio, sempre per il Pdl _ Poi, non bisogna dimenticare che al Comune, con documenti approvati all'unanimità, è stato dato il via libera a piani di qualità in quell'area. E infine che le volumetrie acquisite agli atti del municipio sono di poco superiori ai 200mila metri cubi». Secondo Tedde si fa riferimento a un'ipotesi legata al palazzo dei congressi che dovrebbe fornire dai 1.200 ai 1.500 nuovi posti in hotel di lusso. «All’inizio le elezioni dovevano tenersi il 6 maggio: considero quindi una casualità derivata dal loro spostamento il fatto che gli ideatori abbiano illustrato in una fiera programmata da tempo i loro piani proprio pochi giorni prima delle votazioni».

Costruttori. In ambienti imprenditoriali ricordano che un investimento da 200 milioni come questo darebbe 500 posti di lavoro per 5 anni e 800 a regime. Ma dal centrosinistra fanno notare che il placet a suo tempo riguardava solo un ordine del giorno di massima per un turismo di qualità. E dal fronte ambientalista ribattono che prima di tutto viene il rispetto della natura, compresa la tutela del sistema lacustre vicino allo stagno del Calich. Sito, quest'ultimo, protetto e difficilmente scavalcabile col Puc per via del Piano paesaggistico regionale. Nella polemica interviene anche un altro consigliere regionale, Pietrino Fois, dei Riformatori, che appoggiano la candidatura Marinaro. «Nessuno più del futuro sindaco e del nuovo consiglio comunale avrà a cuore i destini di Maria Pia e dell'intera città _ sostiene _ Un domani ci saranno tutte le competenze per valutare la quantità e la qualità degli investimenti. Per il resto, in questa fase, aggiungo solo che quell'area ha bisogno di uno sviluppo proporzionato e non impattante».

«Alghero svenduta a Milano»: molto critico, a riprova di quanto lo scontro si stia facendo duro proprio negli ultimi fuochi, Silvio Lai, segretario sardo del Pd. «Siamo di fronte a un caso politico di rilevanza nazionale, persino imbarazzante: un villaggio turistico dentro Alghero, ma avulso dalla città, proposto a una fiera, senza basi amministrative e giuridiche: sembra un incubo - attacca il dirigente democratico – Ci sono aspetti etici e morali, con l'uso di beni pubblici ai fini privati, ma soprattutto cose del genere sono fuori tempo: siamo al modello edilizio spagnolo che ha troncato le gambe a quel Paese». «Con i villaggi di plastica lo sviluppo lo fanno solo i conti correnti di chi costruisce, non la città – sottolinea Lai – Questo mi pare a tutti gli effetti è un caso da dilettanti allo sbaraglio oppure la sfrontatezza e l'impunità sono quelli della Milano di Tangentopoli: Alghero non merita un trattamento del genere».

Esplosioni. In definitiva, un fatto è sicuro: la bomba è innescata. E con lo splashdown per l’elezione del nuovo sindaco, tra domenica e lunedì, ogni ipotesi resta aperta: compresa quella di una deflagrazione dagli esiti imprevedibili.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative