La Nuova Sardegna

La prima Faradda col sigillo Unesco: «A zent’anni»

di Vannalisa Manca
La prima Faradda col sigillo Unesco: «A zent’anni»

Il riconoscimento dell’organizzazione delle Nazioni Unite. Festa delle macchine a spalla bene immateriale dell’umanità

13 agosto 2014
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SASSARI. Una discesa dei Candelieri con il sigillo dell’Unesco. La prima Faradda che può fregiarsi del riconoscimento internazionale di bene immateriale dell’umanità. Questo 14 agosto 2014 diventa così una data storica, che va ad arricchire la tradizione dei ceri sassaresi lunga ormai cinque secoli. Un risultato al quale si è arrivati il 4 dicembre dello scorso anno, quando l’ex sindaco Gianfranco Ganau fu chiamato a Baku, in Azerbaijan, per partecipare al Comitato intergovernativo dell’Unesco che si chiuse con un “verdetto” che premiava il grande lavoro del Comune di Sassari e dell’Intergremio, avviato sin dal 2005 e che cominciò a concretizzarsi nel 2009.

I Candelieri fanno parte della Rete italiana delle grandi Macchine a spalla che include i Gigli di Nola, la Varia di Palmi e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, antiche feste che sono state ufficialmente inserite nella "Rapresentative list of the intangible cultural heritage of humanity". Grandi protagonisti della Faradda sono i Gremi, le storiche corporazioni religiose che hanno prodotto in questi anni una mole incredibile di documentazione per illustrare alla "Committée" dell'organizzazione delle Nazioni Unite, il valore della festa dei Candelieri, i ceri di legno che rappresentano cinque secoli di storia cittadina, di mestiere e di ingegno, di tradizione e di fede.

Tutta la documentazione era stata accompagnata da un affascinante e coinvolgente video nel quale le comunità della Rete raccontano la secolare cultura della tradizione e la determinazione che rende indelebili i valori che essa ancora oggi esprime: condivisione, solidarietà e partecipazione secolare.

Dopo un lungo percorso, il dossier di candidatura delle Feste della Rete approdò al segretariato Unesco di Parigi, unica proposta dello Stato italiano che ha concorso per il 2013 ad ottenere l'inserimento nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

I Candelieri sono quindi un “tesoro” tutelato a livello mondiale, un patrimonio da salvaguardare non solo sotto il profilo culturale, ma anche sociale e religioso, con l’obiettivo di favorire attraverso la cultura, il dialogo e il pacifico confronto tra i popoli. Proprio l’intuizione della Rete, la prima costituita in Italia con queste finalità, era stata apprezzata dalla Commissione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura che aveva indicato questa esperienza come modello da seguire per le future candidature di questo tipo.

Il funzionario dell’Unesco, il messicano Francisco Lopez Morales, arrivato in città nell’agosto 2011, aveva annotato ogni particolare della Faradda, dei Gremi, del popolo che incitava i portatori degli enormi ceri con un ritmato “fallu baddà” che si accompagnava al rullare dei tamburi e al suono del piffero. Quei ceri "vestiti" con le insegne del Gremio dei Fabbri, dei Piccapietre, i Viandanti, Contadini, Falegnami, Ortolani, Calzolai, Sarti, Muratori, Massai, pesano anche più di mezzo quintale: sui volti dei portatori si disegna la fatica, ma i piedi si muovono con un incredibile ritmo e precisione e la sfilata diventa quasi una danza universale. Intorno la gente, famiglie, bambini che tirano i nastri colorati che vestono i candelieri, una partecipazione che vuole essere un’autentica preghiera di ringraziamento alla Vergine dell’Assunta che cinque secoli fa salvò la città dalla peste. Una processione particolare che accompagna dieci ceri come simulacri antichi e preziosi, tutti con un’effige sacra del santo venerato da ciascun gremio di candeliere, e che si conclude con il ringraziamento alla Madonna nella chiesa di Santa Maria di Betlem. Un'intera città ogni anno si mischia a migliaia di turisti per assistere a uno spettacolo unico di fede, storia e tradizione.

La prima Faradda con il riconoscimento dell’Unesco e che sarà accompagnata dal neo sindaco Nicola Sanna. Sarà lui a salutare i Massai nel tradizionale augurio “a zent’anni” che avverrà nel Palazzo di Città, nell’importante sosta lungo il percorso che da piazza Castello farà ballare i ceri sino alla chiesa.

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