La Nuova Sardegna

Inchiesta sulla morte di Giorgiana Masi 

di Mauretta Capuano
Inchiesta sulla morte di Giorgiana Masi 

A quarant’anni dall’omicidio, Concetto Vecchio ricostruisce uno dei tanti misteri italiani

17 giugno 2017
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Chi ha ucciso Giorgiana Masi il 12 maggio del 1977? In “Giorgiana Masi a 40 anni da uccisione” (Feltrinelli, 224 pagine, 18 euro ) Concetto Vecchio torna a indagare su un mistero mai dimenticato, compie un viaggio nella memoria che ha il ritmo di un giallo, nel quarantesimo anniversario della morte della studentessa romana. Colpita alla schiena a 18 anni da un proiettile, all'incrocio tra Ponte Garibaldi e piazza Gioacchino Belli a Roma, Giorgiana scappava verso Trastevereal termine di un pomeriggio di violenze a margine di una manifestazione del Partito Radicale in piazza Navona, vietata dalle autorità, per celebrare il terzo anniversario del referendum sul divorzio.

Vecchio torna sui luoghi, consulta carte sepolte, interroga decine di testimoni, ritrova le facce di allora tra cui quella del poliziotto Giovanni Santone, la cui foto con la borsa Tolfa e la pistola in pugno divenne l'immagine simbolo della tragedia. Alla domanda 'perchè eravate in borghese?' Santone risponde a Vecchio che lo guarda con diffidenza: «Ma io non lavoravo con la divisa! Camilla Cederna scrisse un lungo articolo per denunciare che eravamo degli infiltrati tra i manifestanti, una fesseria colossale. Eravamo guardie di pubblica sicurezza e come tali non obbligati alla divisa».

Vecchio incontra nel 2015 Marco Pannella ed è proprio la lettura di un passaggio del discorso pronunciato dal leader radicale a Montecitorio in quel tragico 12 maggio del 1977 la scintilla che ha fatto partire questo libro-inchiesta. Pannella «predisse con ore di anticipo che ci sarebbe stato un morto», dice Vecchio. E il leader radicale conferma: «L'atmosfera era quella».

Pannella parla anche dell’allora ministro degli Interni Francesco Cossiga, con cui è stato protagonista di un interminabile duello: «Cossiga era estemporaneo. Uno che non valutava bene le conseguenze delle cose che faceva, che c'erano in giro i poliziotti in borghese a sparare lui nemmeno lo sapeva, e infatti inizialmente mentì in Parlamento», dice Pannella.

Indizio dopo indizio, perizia dopo perizia, documento dopo documento Vecchio consulta gli atti nello studio dell'avvocato Luca Boneschi, legale della famiglia Masi, che dice: «Il crimine emerge in tutta chiarezza. Chi sia il criminale lo deciderà il lettore».

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