La Nuova Sardegna

Così lo smartwatch diventa un orecchio digitale per i sordi 

di Salvatore Santoni
Così lo smartwatch diventa un orecchio digitale per i sordi 

Tre giovani sardi tra gli inventori di un sistema innovativo I suoni tradotti in vibrazioni o segnali luminosi. Un’idea pluripremiata

17 giugno 2017
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Una specie di orecchio digitale che capta i suoni del mondo circostante e li trasferisce sotto forma di vibrazioni a uno speciale orologio o direttamente su smartphone e tablet.

Si chiama IntendiMe, ed è il sistema innovativo messo a punto da quattro startupper, tre sardi e un laziale, che aiuta le persone con deficit uditivo a orientarsi nella realtà di tutti i giorni.

La start up, creata da Alessandra Farris, Giorgia Ambu, Antonio Pinese e Leonardo Buffetti, fa base a Sestu, si è messa in mostra nel 2014 durante il Contamination lab dell’università di Cagliari e ha raccolto anche il plauso del presidente della Repubblica.

Gli ideatori. L’idea è nata anche sotto la spinta di un coinvolgimento personale molto forte degli stessi startupper. I genitori del Ceo Alessandra Farris hanno problemi uditivi.

E Leonardo Buffetti, il quarto componente laziale del team, è sordo sin dalla nascita.

Forte di questa conoscenza diretta del problema, il gruppo di ricercatori si è ispirato a valori quali accessibilità, inclusione sociale e lavorativa, uguaglianza e integrazione tra sordi e udenti.

Come funziona. L’obiettivo di IntendiMe è fare sentire i sordi più indipendenti e al sicuro. Questo grazie a un sistema molto innovativo ma anche molto semplice. Nella configurazione base si tratta di una placchetta che si applica in giro per la casa e poi uno smartwatch creato appositamente per ricevere i segnali e convertirli in stimoli sensoriali differenti: vibrazione e illuminazione, dipende dalle impostazioni.

Gli upgrade del sistema consentono anche il collegamento di altri sensori direttamente con lo smartphone o il tablet. Inoltre, il trasmettitore è molto piccolo e grazie alla pellicola adesiva in dotazione può essere appiccicato praticamente ovunque. E poi c’è un altro importante vantaggio: il sistema è portatile. Nel senso che può essere smontato e rimontato anche in altri luoghi. È una sorta di kit di facile installazione senza necessità di ricorrere al tecnico.

I sensori possono essere installati anche su un citofono, e il sistema può anche essere utilizzato come fosse un allarme antintrusione: è sufficiente posizionare i sensori su porte e finestre.

Idea pluripremiata. Il primo successo è arrivato nel 2014 con il Contamination lab dell’Università di Cagliari, una fucina di cervelloni che spinge sull’acceleratore dell’innovazione isolana.

Dopo il lancio del progetto, gli startupper di IntendiMe hanno incassato anche il Premio dei premi, assegnato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la Giornata nazionale dell’innovazione. Il premio è arrivato per la migliore start up tecnologica nella categoria Università e ricerca pubblica.

L’ultimo suggello in ordine di tempo sul successo della start up nata a Serramanna è arrivato nei giorni scorsi a Saint Vincent, in Valle d’Aosta, dove il Ceo Alessandra Farris ha ricevuto il Premio popolarità nell’ambito del concorso Donna dell’anno.

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