La Nuova Sardegna

Il debutto di ’Eminas Cannonau al femminile dai vitigni più antichi

Il debutto di ’Eminas Cannonau al femminile dai vitigni più antichi

Tra qualche settimana debutta con brindisi un’impresa tutta femminile e che più di genere non si potrebbe. Si chiama ’Eminas e fa capo a tre sorelle che, in attesa di vendere il vino imbottigliato...

03 giugno 2017
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Tra qualche settimana debutta con brindisi un’impresa tutta femminile e che più di genere non si potrebbe. Si chiama ’Eminas e fa capo a tre sorelle che, in attesa di vendere il vino imbottigliato per ora nella cantina della Trexenta di Senorbì, dispensano simpatia e sorrisi nella loro casa con le pareti tutte quadri che ritraggono donne simil-tizianesche. Cognome doc Melis, la senior di nome fa Emanuela, 34 anni, perito agrario. Poi Maria Antonietta, 32 anni, prossima alla laurea in Scienze politiche. La junior del gruppo è Roberta, 27 anni, mamma di Elisabetta, diploma al liceo linguistico.
Si affidano all’enologo Antonio Manca e hanno un grande sogno: «Realizzare nel nostro paese, forse a due passi da casa, la mini cantina e dare a tutto il processo produttivo il marchio mamoiadino». Si chiamerà ’Eminas anche il vino, prima produzione di cinquemila bottiglie, «per tornare all’antico, a Su Connotu». Il prezzo? «Ci stiamo pensando». Gradazione? «Sui quindici gradi». Musa ispiratrice del terzetto è Emanuela: «Abbiamo ereditato dieci ettari di vigneto sorto un secolo fa nelle campagne di Loddàsi e altri tre ne stiamo impiantando. Abbiamo i vitigni antici. Era vignaiolo il trisnonno Francesco, idem il bisnonno Vincenzo, così pure nostro nonno Gonario e nostro padre Antonio. Vogliamo essere anche noi binzaresas, ci fa piacere lavorare in campagna e dalla campagna vivere. Produrremo anche noi cannonau. Pardon: cannonau in purezza».
Ed è quasi tutta al femminile anche la rete per l’accoglienza. Escludendo “Sa Rosada” di Augusto e Rino Sanna (22 camere in una casa padronale ben ristrutturata), tutti i bed and breakfast sono al femminile: da S’Ortensia di Rina Puddighinu (che gestisce anche il Mamoiada Centro) a Perda Pintà di Maria Giovanna Gungui, fino a Sa Nughe di Laura Dessolis, il Da Titina di Sebastiana Gregu, il Da Vanzelli di Filomena Circelli, il Domus Deiana.
È al femminile l’associazione Pro Loco, guidata da Giuliana Gungui che dice: «Il vino non è solo una bevanda. I nostri binzaresos sono stati capaci di inventare uno storytelling con suggestioni e con immagini che poi il consumatore ritrova in un calice».

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