La Nuova Sardegna

“Voci di Maggio”, musica e solidarietà nel cuore dell’isola 

di Maria Antonietta Cossu

A Fordongianus oltre ventimila persone ai concerti Gigi Sanna: «Grandi numeri e una bellezza infinita»

30 maggio 2017
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FORDONGIANUS. L'ultimo scampolo di Voci di Maggio ha regalato grande spettacolo portando il pubblico a spasso nel tempo attraverso la vasta produzione musicale di Eugenio Finardi, che ha attinto al repertorio classico proponendo quindici dei maggiori successi.
Domenica il cantautore milanese si è esibito in una dimensione più intima rispetto alla folla che il giorno prima aveva applaudito lui, Tullio De Piscopo, Cristiano De Andrè e gli Istentales, ma gli spettatori non hanno fatto mancare calore e attestazioni di ammirazione sottolineando ogni performance con applausi e acclamazioni. E Finardi ha ricambiato con due ore di musica ininterrotta, intervallata solo dall’esegesi dei brani con cui ha motivato le aspirazioni urlate in Voglio, il rapporto con la fede cantato nella cover di “One of us”, l’influenza che il doppio passaporto italo-americano ha avuto sulle idee che hanno ispirato “Dolce Italia”, “La Cia ci spia” e il manifesto musicale di condanna alla guerra in Vietnam. La serata è scivolata via tra le sonorità rock di “Diesel”, suonata per l’ultima volta dallo storico tastierista Paolo Gambino, il sound country-rock di “Radio” e gli intramontabili “Extraterrestre” e “Musica Ribelle”, la canzone che l’ha consacrato.
L’ultimo giro di chitarra del cantautore è stato anche il preludio alla chiusura di “Voci di Maggio”, la kermesse che fa muovere migliaia di persone. Secondo una stima approssimativa degli organizzatori su Fordongianus avrebbero fatto rotta ventimila persone. «È stata un’esperienza positiva» ha commentato Gigi Sanna. Il riferimento è ai numeri e all’atmosfera che hanno connotato la due giorni di festa. Festa della musica ma anche occasione per dare risalto al patrimonio materiale e immateriale custodito in terra sarda. «Fordongianus ha tratto profitto dall’afflusso di persone venute per le visite ai siti archeologici, per assistere alle rievocazioni storiche, per conoscere le bellezze del posto. Voci di Maggio ha mosso un po’ di economia e penso che abbia confermato la sua funzione di veicolo promozionale e di valorizzazione del territorio» è il consuntivo stilato dal padre della manifestazione. La bellezza è stato uno dei punti di forza della rassegna, ne sono un esempio le testimonianze materiali della storia tra le quali avete scelto di esibirvi. «Ho visto una marea di gente davanti al palco, una suggestione unica. Tuttavia, se c’è un’immagine che mi ha colpito è quella delle terme sotto fasci di luce viola e blu durante i concerti» ha raccontato il leader degli Istentales, che ha poi aggiunto «I nostri padri hanno fatto tanto per costruire la storia, che stiamo dimenticando, e per noi è stato motivo di grande orgoglio cantare tra quelle rovine».
Un altro elemento ricorrente di questa edizione è stata la solidarietà, che ha trovato spazio nelle iniziative d’inclusione sociale della prima giornata e nel gemellaggio con la comunità di Cascia. Solidarietà è anche il leit motiv di una delle quindici tracce dell’ultima fatica musicale del complesso nuorese, che a Voci di Maggio ha presentato “La Ruota del tempo”, disco pubblicato da poche settimane. «È una tematica che affrontiamo nel brano “A mani nude” - ha spiegato la voce del gruppo-. Una canzone che racconta di come spesso le zone terremotate siano state delle passerelle importanti per i politici o obiettivi facili per gli sciacalli, mentre tanta gente comune ha prestato aiuto nell’emergenza. La dimostrazione che gli atti concreti partono comunque dal basso».
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