La Nuova Sardegna

“Rosato” mon amour Nuova passione in botte 

di Pasquale Porcu
“Rosato” mon amour Nuova passione in botte 

Versione spumante o fermo, una riscoperta per la Sardegna

27 maggio 2017
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Quello di Sella e Mosca ha un colore rosa cipria, come piace ai francesi, e al suo debutto, nel febbraio scorso, ha conquistato i severi giudici del concorso internazionale Grenaches du Monde, che lo hanno premiato con una medaglia d'oro. Quello di Surrau di chiama Rosè, è nato un paio di settimane fa e sta conquistando i migliori palati della Costa Smeralda. Ma la passione per i vini rosati sta conquistando molte cantine sarde: in versione spumante o fermo. Per i produttori isolani è una sfida. Lo fa la Cantina Li Seddi, mentre la Cantina di Oliena ne ha fatto una versione spumante e quella di Santa Maria La Palma ottiene un buon successo col suo Aragosta Rosato.
Come nasce questa “rosè mania” sarda? Il vino rosato è bello da vedere, fresco, estivo, versatile, nel senso che puoi berlo come aperitivo e a tavola, dagli antipasti di mare ai primi di pesce e alle insalate di crostacei. E poi piace agli uomini e alle donne. Una volta era di gran moda sia nella versione Medeus che in quella isolana del Filieri Rosè (se ne vendevano 700 mila bottiglie).
Poi all'improvviso è passato di moda, cancellato dall'avanzata possente dei Rossi, vinoni strutturati e muscolosi che non lasciavano spazio alle mezze misure. Ma l'Italia del vino è fatta così, volubile, capricciosa pronta a cambiare bandiera all'improvviso e senza un vero perchè. Chi non ha mai avuto tentennamenti sull'amore per il rosè è la Francia. Qualche anno fa l'uscita dell' affascinante rosè di Pala, Serdiana, “Chiaro di Stelle”, ha stregato i consumatori non solo i sardi facendo di quel vino un successo straordinario. Si tratta di un prodotto dal colore rosato brillante, con riflessi ciliegia. Profumo di piccoli frutti rossi ciliegia, lampone, mora, con note floreali e una piccola salinità. Bouquet elegante e intenso. Un rosè che ha conquistato i francesi che gli hanno fatto vincere il prestigioso concorso“ Rosé du Monde”, di Bordeaux.
In passato alcune aziende isolane avevano messo in commercio rosati che hanno sbalordito le giurie di Vinitaly. Ci riferiamo a “Campos” della Cantina Gallura, un Igt ottenuto da Nebbiolo, Sangiovese e Caricagiola che a Vinitaly nel 2000 ha vinto la Gran Medaglia d'oro, con la vendemmia 1999. Poi, nel 2002, la Medaglia d'oro con la vendemmia 2001 e la Medaglia d'Argento nel 2005.
«Noi abbiamo sempre prodotti dei rosati_ dice Antonio Posadinu della Sella e Mosca_ Oltre a un rosato classico avevamo anche l'Oleandro, dalla vinificazione in rosa di Cabernet Sauvignon, con un colore più brillante. Ora ecco il neonato Rosato a base di Cannonau (75%) e Sangionese (25%) che ci sta dando grandi soddisfazioni sia in enoteca che nella ristorazione».
«Ero un po' diffidente nei confronti dei rosati _ ammette Tino Demuro, patron delle Vigne Surrau_ Ma il successo del nostro spumante rosè ai Grenache du Monde, mi ha fatto ricredere. Sono convinto che il Cannonau coltivato il Gallura si presti per darci rosè eleganti e gentili. Senza la berritta».

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