La Nuova Sardegna

Talent show, che fine hanno fatto i cantanti sardi?

di Alessandro Pirina
Talent show, che fine hanno fatto i cantanti sardi?

Ancora tanta musica, ma lontano da riflettori. Il tentativo di raggiungere il successo e i racconti di quelli che non ce l'hanno fatta

27 maggio 2017
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C’è vita dopo i talent? A questa domanda si prova a dare una risposta da anni, da quando la tv si è trasformata nel palcoscenico di chi coltiva il sogno di sfondare. Per alcuni ovviamente la risposta non può che essere affermativa. Il loro successo è sotto gli occhi di tutti: Emma, Mengoni, Alessandra Amoroso sono prodotti della tv del televoto. Come lo sono anche i sardi Marco Carta e Valerio Scanu, bravi – soprattutto il secondo – a sfruttare il loro talento anche in ambiti diversi da quello musicale. Ma accanto ai pochi artisti che hanno tagliato il traguardo del successo, in questi vent'anni di tv dominata dai talent show c'è un esercito di giovanissimi che dopo qualche mese di ribalta sono scomparsi dai radar televisivi. Non ce l’hanno fatta a diventare star della musica, non sono riusciti a ritagliarsi uno spazio in televisione, figurarsi se hanno raggiunto l’Ariston di Sanremo.

Giuliano Rassu. Sassarese, nel 2009 arrivò a un soffio dalla vittoria a X factor. Il televoto però premiò Marco Mengoni, che di lì a poco sarebbe entrato nell’Olimpo della musica italiana. Giuliano Rassu si è dovuto consolare con la medaglia d’argento, un ottimo piazzamento, ma dopo quella bellissima avventura in tv il suo nome è scomparso dai palchi che contano. «Ti tengono fino a quando hanno bisogno di te ma poi finisce tutto – racconta l’artista 34enne –. Io inizialmente non conoscevo il programma, perché non guardo la televisione. Ho sempre impiegato il tempo per studiare, leggere, suonare. Il primo impatto con la tv è stato terribile, quando ho sentito parlare di confessionali me ne stavo già andando. Poi ho deciso di restare e devo ammettere che è stata un’esperienza bella. Ma anche agghiacciante».

Rassu ripercorre la sua avventura a X factor davanti agli occhi vigili dei giurati Mara Maionchi, Claudia Mori e Morgan. «Nei talent o sei un mestierante o rischi di colare a picco. Cercano di illuderti con promesse allettanti. Claudia Mori aveva detto che mi avrebbe prodotto, ma poi è scomparsa e non l’ho mai più sentita. Avevo firmato un contratto con la Sony, ma fortunatamente sono riuscito a scioglierlo perché se no sarei dovuto rimanere fermo 8 anni a casa». Mengoni? «È stato capace. Onore e merito alla pazienza di questo ragazzo, quelli erano la sua strade e il suo volere. Ma non lo ho mai più sentito, siamo due cose completamente diverse. E io avevo fatto amicizia con altri». Per Rassu, dunque, X factor è stata un’esperienza in chiaroscuro, soprattutto nella fase post talent. «Ancora oggi mi arrivano molti messaggi di ragazzi, di genitori che mi chiedono come fare per entrare in un talent. La mia risposta è sempre la stessa: se volete una carriera artistica musicale è la strada più errata, ma se volete notorietà è quella giusta. Ma non era il mio caso. Io non ho mai avuto quell’obiettivo e infatti oggi continuo a cantare, suonare e produrre artisti. Ecco, io sto riuscendo a portare avanti il mio sogno».

Mario Garrucciu. In questo suo progetto artistico Rassu ha deciso di coinvolgere anche Mario Garrucciu, tempiese, anche lui finalista a X factor, edizione 2014, quella vinta da Lorenzo Fragola con Madh, il rapper di Carbonia, arrivato secondo al posto. «La vita durante il programma è bellissima, poi quando finisce devi fare i conti con te stesso e cercare di andare avanti – racconta il cantante tempiese che Mika volle nel suo team –. O meglio devi cercare di crearti un futuro musicale. Il talent è un bellissimo trampolino di lancio, ma il futuro dipende solo da te. Vivere di musica non è facile, è faticoso, complicato». Finita la trasmissione, Garrucciu si è fermato per un periodo a Milano, poi è rientrato in Sardegna, dove continua a cantare e suonate nelle piazze e nei locali. «Che la strada sia in salita non è una novità, ma il programma ti dà comunque una grossa mano, fai conoscenze, ti si aprono strade. Io faccio serate, ho finito di preparare un disco che spero possa uscire a breve con una etichetta di Milano. Se una persona ha un minimo di carattere il talent è un modo per avere un riscontro di immagine, è sempre tanto di guadagnato. Certo, per alcuni va meglio, sai dall’inizio che chi vince otterrà il contratto che gli altri difficilmente avranno. Ma io ho partecipato a X factor e sono arrivato tra i primi 4 in Italia. È stata una soddisfazione enorme, perché lì ho realizzato di essere un cantante».

Arianna Mereu. Non essere sotto i riflettori non significa per forza non avere realizzato il sogno. Per molti dei protagonisti dei talent la tv è stata una parentesi che ha aperto altre strade, una esperienza che ha permesso di costruirsi una carriera diversa da quella immaginata quando hanno varcato le porte della tv. Ma comunque una carriera che senza il passaggio sul piccolo schermo non sarebbe mai iniziata. Arianna Mereu, cantante di Budoni, partecipò ad Amici di Maria De Filippi nel 2009. «Non me la sono giocata bene – racconta –. Avevo 18 anni e nessuno mi aveva preparata. Io l’avevo interpretata come una scuola. Che nei fatti lo è, ma non possiamo dimenticare che è in tv. E va sfruttata in maniera diversa. Il talent è una grande vetrina. È vero che per avere successo devi vincere o arrivare tra i finalisti, ma se sei intelligente ti apre anche un sacco di strade». Ed è quello che è successo ad Arianna. Il talent lo ha vinto la sua amica del cuore Emma Marrone, ma anche per lei nel dopo Amici la vita è cambiata. «Dopo quella esperienza ho fatto due anni di live con alcune band, ho lavorato con molti artisti, in tv tra Rai e Mediaset. Poi mi ha chiamata Emma come corista. Da allora la accompagno in tutti i suoi tour. Per me è una sorella, siamo cresciute insieme. Per chi fa il nostro mestiere condividere il palco porta ad avere una confidenza e una fiducia senza eguali». Ma non solo Emma, Proprio in queste settimane Arianna ha aperto a Milano la Casa della musica, un polo creativo in cui i cantanti verranno seguiti da Danila Satragno, tra i più importanti vocal trainer italiani, e potranno seguire le master class organizzate dalla stessa Mereu e Andrea Papazzoni, autore e musicista. «Siamo operativi da poco, ma stiamo ottenendo già importanti risultati».

Kicco Careddu. Per Kicco Careddu l’esperienza in tv risale alla preistoria dei talent. Il musicista di Tempio fu tra i primissimi concorrenti della primissima edizione di Amici, allora Saranno famosi. «Adesso non avrei nemmeno fatto il provino – racconta Careddu –. Non lo dico per snobismo, ci mancherebbe, ma perché non c’è più la categoria dei musicisti. Oggi tutti i talent sono incentrati sulla voce e sul canto. Di quella esperienza io ho comunque un bel ricordo, anche se ho fatto relativamente poco, essendo andato via prima del serale. Ma nonostante sia stata una breve parentesi è stata importante a livello formativo. E poi è lì che ho incontrato Andrea». Con Andrea Cardillo, che invece in quella prima edizione di Saranno famosi arrivò in finale, Kicco Careddu ha formato gli Audio Magazine, una band con cui dal 2003 gira l’Italia tra piazze e locali: quest’anno hanno anche pubblicato il primo album, “Caramba”, presentato mercoledì scorso al teatro Ambra alla Garbatella a Roma «Fare Amici è stato bello, ma dopo 16 anni posso dire è stata una delle tante cose che ho fatto. E forse neanche la più importante. Io sono stato fortunato perché per anni ho suonato con Demo Morselli, con il maestro Franco Califano, con gli Zero Assoluto. Oltre ovviamente agli Audio Magazine». E proprio con loro, qualche settimana fa, è ritornato negli studi di Amici come ospite. «Mi ha fatto molto piacere, per noi è stata davvero una vetrina importante. Oggi Amici è una macchina completamente diversa rispetto allo show del 2001. Allora era una cosa nuova, la stavano costruendo. Era un working in progress. In pochi mesi si sono avvicendati alla conduzione Marco Liorni e Daniele Bossari. Poi con Maria è arrivato il grande successo».
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