La Nuova Sardegna

Antonio Marras, l’arte di un uomo irrequieto 

Antonio Marras, l’arte di un uomo irrequieto 

Ieri al Teatro civico di Alghero la presentazione del catalogo della mostra “Nulla dies sine linea”

27 maggio 2017
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ALGHERO. Vita, diari e appunti di un uomo irrequieto. Il sottotitolo inquadra perfettamente, in poche parole, il contenuto del volume. Un catalogo che racchiude il mondo di Antonio Marras, un mondo visionario raccontato nella mostra “Nulla dies sine linea” che la Triennale di Milano gli ha dedicato con una esposizione, aperta da ottobre a gennaio, visitata da oltre 26mila persone.
Le suggestive atmosfere di questo particolare viaggio nelle opere di Marras, ieri sera sono arrivate ad Alghero con la presentazione al Teatro Civico del progetto editoriale curato da Francesca Alfano Miglietti. Critica che si è anche occupata dell'allestimento della mostra dello stilista algherese. O meglio artista in un senso più generale, perché è proprio sull'attività di Marras come esploratore e contaminatore di linguaggi, sull'aspetto dell'arte visiva che si è concentrata soprattutto l'esposizione. Installazioni, disegni, schizzi, collage, diari realizzati negli anni e riproposti ovviamente anche nel catalogo. Una summa della creatività di Marras. In continuo rinnovamento, mai ferma. Da qui “Nulla dies sine linea”, citazione di una frase di Plinio il Vecchio riferita al pittore Apelle che «non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea». Creatività che conosce bene anche Geppi Cucciari, chiamata a condurre la serata dedicata all'artista algherese, «quell'installazione perenne che è il vostro concittadino, un uomo che fa mille cose contemporaneamente» dice rivolgendosi al pubblico, dove non mancano gli amici, come lo scrittore Flavio Soriga. Battute fulminanti come al solito, ci finisce dentro anche il sindaco Mario Bruno, per la comica e attrice di Macomer che dopo i saluti iniziali introduce il documentario della fotografa Daniela Zedda pensato per raccontare l’allestimento della mostra. Una ventina di minuti per passare in rassegna le opere selezionate per l'antologica dedicata a Marras alla Triennale di Milano. Si emoziona lo stilista algherese, per le immagini sullo schermo e il lungo applauso del Teatro Civico. Un lavoro dedicato alla mentore Maria Antonietta Peana, «una vita di cose messe vie e mai esposte».
Fino a quando con Francesca Alfano Miglietti ha aperto quei cassetti che custodivano una parte importante del suo mondo per ideare questo progetto espositivo pensato «come un percorso che ricordasse un utero materno» spiega Marras. «Collaborare con Antonio – sottolinea la critica d'arte – è un'avventura complicata, ma anche molto affascinante. Ho dovuto insistere tanto non perché lui faceva il prezioso, ma perché ha una qualità rara come il pudore. Così abbiamo iniziato a lavorare su una quantità impressionante di cose che lui aveva messo da parte negli anni». Frutto di un processo creativo che Francesca Alfano Miglietti paragona a una sorta di meravigliosa onnipotenza infantile: «Non gli basta mai niente».(f.c.)
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