La Nuova Sardegna

La memoria degli “Anni di piombo”

La memoria degli “Anni di piombo”

Dibattito alla comunità La Collina tra Agnese Moro, Luigi Manconi e Grazia Grena

24 maggio 2017
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CAGLIARI. “I libri aiutano a leggere”: s’intitola cpsì la rassegna di incontri dibattito organizzata dalla comunità La collina di Serdiana e dall'associazione culturale Africa Degna. Venerdì 26 maggio, alle 18, presso i locali della comunità la discussione partirà dal libro “Dare un senso al dolore. Il dialogo possibile tra vitte e autori di reato” (Il Saggiatore).
All’incontro parteciperanno: Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, Gherardo Colombo, Agnese Moro, Grazia Grena, ex militante di Prima linea, uno dei gruppi protagonisti della lotta armata degli anni Settanta.
È muovendo dalla constatazione che né i processi né i dibattiti mediatici all’insegna della spettacolarizzazione del conflitto sono riusciti a sanare le tante ferite aperte negli “Anni di piombo”, che un gruppo numeroso di vittime, familiari di vittime e responsabili della lotta armata ha iniziato a incontrarsi, a scadenze regolari e con assiduità sempre maggiore, per cercare – con l’aiuto di tre mediatori: il padre gesuita Guido Bertagna, il criminologo Adolfo Ceretti e la giurista Claudia Mazzucato – una via altra alla ricomposizione di quella frattura che non smette di dolere; una via che, ispirandosi all’esempio del Sud Africa post-apartheid, fa propria la lezione della giustizia riparativa, nella certezza che il fare giustizia non possa, e non debba, risolversi solamente nell’applicazione di una pena.
L’incontro di cui parla il libro – fra vittime e responsabili della lotta armata degli anni Settanta – prova ad avviare un radicale cambio di paradigma storico, fuori da schematismi troppo facili, che non spiegano nulla. “Dare un senso al dolore” accosta una rigorosa riflessione metodologica alle vive voci dei protagonisti, alle lettere che si sono scambiati negli anni, alle loro parole fragili, pronte al cambiamento, alla loro ricerca di una verità personale e curativa che vada oltre la verità storica e sappia superare ogni facile schematismo. Perché solo cercando insieme la giustizia, la si può, almeno un poco, avvicinare.
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