La Nuova Sardegna

I film d’avanguardia come sintesi dell’arte

di Fabio Canessa
I film d’avanguardia come sintesi dell’arte

Studiosi e registi si incontrano oggi e domani a Sassari per un simposio internazionale dal titolo “Cinema del limite”

22 maggio 2017
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SASSARI. Lo aveva teorizzato Ricciotto Canudo all’inizio del Novecento, quando il cinema era ancora un bambino che muoveva i primi passi: quell’officina di immagini non era solo un nuovo mezzo di espressione, una forma artistica con sue precise caratteristiche, ma poteva rappresentare anche la “sintesi di tutte le arti”. Una fusione che si avvicina a realtà attraversa la sperimentazione che da sempre si è mossa ai margini del cinema tradizionale e che oggi fa i conti anche con le nuove modalità di produzione e fruizione delle immagini in movimento. Un discorso questo, ma non sarà l’unico, che verrà affrontato oggi e domani all’Accademia di Belle Arti di Sassari nel corso di un simposio internazionale dal titolo “Cinema del limite”. Protagonisti nell’aula magna, con relazioni ma anche proiezioni, studiosi e filmmaker arrivati in Sardegna dalla Spagna e soprattutto dal Canada. Tra questi anche un maestro del cinema d'avanguardia come R. Bruce Elder. Il regista canadese, anche docente alla Ryerson University di Toronto, interverrà già stamattina dopo la relazione d'apertura per l’Accademia di Sassari di Antonio Bisaccia, in prima fila nell'organizzazione del convegno.

«L'iniziativa nasce dalla volontà di fare il punto sulla situazione del cinema sperimentale – spiega Bisaccia – e lo facciamo con ospiti provenienti da Paesi che sono all'avanguardia nella ricerca, come il Canada che ha una lunga tradizione e sostiene filmmaker che si muovono al confine con la sperimentazione. Come Accademia siamo particolarmente interessati al dialogo tra le arti e il cinema, questo tipo di cinema, rappresenta un campo privilegiato di incontro e di osservazione perché protagonista diventa il linguaggio, al di là del contenuto o dell'estetica. Come diceva Giorgio Manganelli per la letteratura, compito dell’avanguardia è concentrarsi nelle ricerche di ordine strutturale, di linguaggio. Lo stesso si può dire del cinema».

Antonio Bisaccia, prodirettore dell’Accademia, con il suo intervento intitolato “Per un’archeologia del limite: ovvero la cinelingua del cinema d’artista italiano” si soffermerà in particolare sulle esperienze degli artisti che si sono dedicati al cinema in Italia a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. «Nespolo, Schifano, Baruchello per fare alcuni nomi – sottolinea Bisaccia – sono artisti sperimentali che dimostrano come funziona la lingua del cinema fuori dalle convenzioni e all’interno di un sistema produttivo, quello italiano, che purtroppo non ha mai lasciato, e non lascia, spazio alle esperienze innovative e linguisticamente più avanzate. Il comune denominatore delle esperienze cine-sperimentali nell’Italia post-sessantottina è caratterizzato dalla presenza di un processo di intermediazione linguistica tra varie forme d'espressione artistica, sulla scorta della caduta degli steccati tra le arti nelle avanguardie storiche».

Sempre oggi, spazio a Giuliano Lombardo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, con un’analisi su post-cinema e partecipazione, Stephen Broomer, media artist e scrittore canadese, Oriol Sanchez, filmmaker di Barcellona, e Francisco Algarin Navarro, critico e teorico del cinema che arriva da Siviglia. Domani, stessi orari (dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18.30) seconda giornata di questo simposio internazionale con protagonisti ancora R. Bruce Elder, e sempre dal Canada l'artista Tyler Tekatch e gli studiosi John Picchione e Isabel Pedersen.

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