La Nuova Sardegna

Sassari, “Cortesie per gli ospiti” torna con Jacopo Scassellati

Jacopo Scassellati accanto ad alcuni suoi dipinti
Jacopo Scassellati accanto ad alcuni suoi dipinti

Sarà il giovane pittore e ceramista il protagonista della nuova giornata della rassegna: un incontro a Palazzo d'Usini e una mostra in piazza Tola 27

22 maggio 2017
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SASSARI. Sarà Jacopo Scassellati il protagonista della nuova giornata della rassegna “Cortesie per gli ospiti” giovedì a partire dalle ore 18: l’artista sassarese prima incontrerà a Palazzo d’Usini, nella sede della biblioteca comunale, Stefano Resmini e Giuseppe Zichi per un dialogo a tre voci con Clara Farina in qualità di voce narrante; alle 19,30, in Piazza Tola 27 inaugurerà invece la sua mostra. L’evento prende il nome di “Una disperata vitalità”, ispirandosi a un verso di Pierpaolo Pasolini, per sottolineare le sculture dell’artista sassarese.

Ritorna così con grande forza una rassegna cominciata quasi in sordina nel febbraio del 2011 con la mostra “Cuore Molle” di Gianni Nieddu. Tantissimi, da allora, sono stati gli eventi che hanno riempito due case che si affacciano su una piazza del centro storico con le finestre che si fronteggiano. E mentre una è la casa dei libri, la casa di tutti, l'altra è una casa privata, e sono connesse da un filo ideale per dare spazio a installazioni, presentazioni di libri, reading.

Nelle loro stanze sono passati Salvatore Ligios con le sue fotografie, Fabiola Ledda, Alberto Masala, Angelo Maggi, Vittoria Soddu, Luigi Carrino e Rita Bonomo, Stefano Cossu, Alessandra Masu e Quartierino Blatta, Marco Ceraglia con il progetto Familiae, Lisa Camillo Satta, i Sapiens Sapiens che in una sole notte hanno invaso la casa, Adriano Mauri, Josephine Sassu ed anche il Pop di Ottobre in poesia.

Dopo una sosta di quasi un anno la rassegna riprende con le sculture di Jacopo Scassellati che non nascondono, ma portano in sé tutto il tormento del plasmare e ne conservano le tracce, tagli, spaccature, che le rendono uniche. Hanno implicito il fuoco che le ha cotte, urlano bellezza. Una fragilità esplicita, carica di pathos.

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