La Nuova Sardegna

I segreti dell’isola dei fantasmi baluardo contro la modernità

di Claudio Zoccheddu
I segreti dell’isola dei fantasmi baluardo contro la modernità

Geografia dei luoghi spettrali in un itinerario notturno tra siti e antiche leggende

20 maggio 2017
6 MINUTI DI LETTURA





Sono le storie che movimentavano le notti prima che la televisione rinchiudesse l’immaginazione in una scatola. Sono i racconti che terrorizzavano i bambini e stuzzicavano la fantasia dei ragazzi. Sono le parole che prima facevano accapponare la pelle e poi tormentavano i sogni fino a trasformarli in incubi. E una terra antica come la Sardegna ha una tradizione di “contos” che va oltre is animeddas e su mortu mortu di inizio autunno. L’isola che custodisce alcuni tra i segreti più antichi del Mediterraneo è popolata da centinaia di fantasmi che scorrazzano nelle case disabitate, nelle chiese sconsacrate, nei vecchi ospedali abbandonati e nei castelli ormai in rovina.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:tempo-libero:1.15366839:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2017/05/20/news/visite-dall-oltretomba-quando-gli-spettri-valgono-una-fortuna-1.15366839]]

Ogni paese ha il suo spirito che abita la fantasia di chi crede che il passaggio tra la vita e la morte possa essere in realtà molto meno immediato di quanto dimostri la scienza e che, piuttosto spesso a dire il vero, qualcosa rimanga sulla Terra, soprattutto quando la morte è l’estrema conseguenza di un evento violento.

Non esiste un elenco completo o un prontuario degli spettri sardi. Forse perché sarebbe complicato metterli in fila, uno dietro l'altro, considerato che potrebbero essere centinaia. O forse perché, in fondo, schematizzare la fantasia e ridurla a un freddo elenco, o peggio ancora una classifica, è un po’ come cercare di imprigionare un sogno dentro un confine fisico. Un ossimoro, insomma, e della peggior specie possibile.

Eppure per trovare i fantasmi non servono gli specialisti. Alla domanda retorica che accendeva il tema del film Ghostbuster, “who you gonna call?” (chi chiamerai?), non c’è una risposta. I fantasmi sardi vivono nei racconti che sono sopravvissuti alla modernità e che, nonostante l’età, continuano a essere piccoli capolavori del brivido. Storie che non hanno un proprietario e tantomeno un copyright. Per scovarli bisogna sentirli raccontare perché anche se il calendario è arrivato al 2017 c’è ancora chi preferisce affacciarsi alla porta magica della fantasia piuttosto che affidare il tempo libero alla babele informatica sintetizzata di motori di ricerca come Google.

FEMMINEDDA. È una delle storie più popolari nel nord dell’isola, un vecchio classico del sassarese. La leggenda racconta di uno spirito che si aggirerebbe durante la notte nelle campagne di Stintino. Si tratterebbe di una ragazza accusata di un delitto infamante che avrebbe portato a un processo sommario culminato con la decapitazione della giovane. Una punizione cruenta, una barbarie scelta proprio per segnare la vita della poverina e per farne un esempio da non seguire. La testa, infatti, venne sepolta in paese mentre il corpo sarebbe stato sistemato in una chiesetta di campagna ormai sconsacrata. Femminedda non trovò pace e la leggenda racconta di una ragazza molto bella che vaga lungo i sentieri di campagna e per le vie del paese, fino a spingersi al porticciolo, in cerca della tranquillità perduta. Le voci più agghiaccianti, però, sono quelle che si rincorrono quando si parla dei frati bianchi dell’Abbazia di nostra Signora di Paulis, tra Ittiri e Uri.

L’ABBAZIA ABBANDONATA. Un luogo affascinante con una storia macchiata da due terribili fatti di sangue. Il primo è l'omicidio dell’abate che la governava, nel quattordicesimo secolo, che ha acceso le leggende sui fantasmi che proteggevano un sito caduto in disgrazia poco dopo. L’omicidio del secondo frate bianco, però, è una fatto di cronaca tutto sommato recente e legato all’arrivo all’abbazia del frate Pietro Cau, anche lui vestito di bianco come il vecchio abate che l’aveva preceduto qualche secolo prima. Il frate aveva un obiettivo preciso: provare a restituire dignità alla vecchia abbazia. Un compito che non fu in grado di portare a termine perché venne assassinato da un collaboratore. Era il 7 settembre del 1959 e la struttura fu sconsacrata e abbandonata alla protezione soprannaturale raccontata da chi è andato in cerca di emozioni nell’area dell’abbazia ma ha trovato voci spettrali e rumori che sono stati avvicinati ai suoni di un incomprensibile funzione celebrata dai frati bianchi, i custodi immortali dell’abbazia. IL MANIERO DEI DORIA. Storie simili, anche se meno dettagliate, si raccontano anche sulcentro dell’antico feudo di Casteldoria, nel comune di Santa Maria Coghinas. Tra le fonti, poi, ce n’è una particolarmente importante: le leggende delle ricchezze nascoste tra le mura (di cui oggi rimane solo il rudere di una torre) è stata ripresa anche da Grazia Deledda nei Racconti sardi del 1894. La scrittrice descrive la conca di la muneta, un anfratto in cui i Doria riscuotevano i tributi e dove avevano sistemato una campana d’oro che i passanti facevano suonare lanciando pietruzze che, con gli anni, riempirono la cisterna in cui era custodita fino a farla sparire. Ad aggiungere fascino al maniero, quattro stanze segrete di cui una piena d’oro e un’altra chiusa da una porta di ferro impossibile da forzare che custodirebbe i tesori dei doria. Tre le leggende, una è legata al mondo degli spiriti perché le quattro stanze colme di ricchezze e la campana d'oro nascosta nei sotterranei del castello sarebbero difese da una guarnigione di fantasmi.

SASSARI E ARGENTIERA. Un’altra storia di fantasmi arriva dai sotterranei della scuola media numero 7, tra via Satta e corso Vittorio Emanuele. La genesi dei fenomeni che si rincorrerebbero da trent'anni è un classico dello spriritismo: la scuola sarebbe stata costruita sui resti di un vecchio convento di frati scolopi e gli scherzi da poltergeist sarebbero il retaggio delle torture riservate agli alunni poco diligenti. E così, i banchi che si muovono da soli, il pianoforte che suona senza che nessuno tocchi i tasti e gli incidenti occorsi a più riprese al personale sarebbero le vendette dagli spiriti degli alunni torturati a morte nei sotterranei. Decisamente più recente è la storia che si racconta sulle rovine del borgo minerario dell'Argentiera che, secondo i cronisti del paranormale, sarebbe popolato da un nugolo di fantasmi dispettosi. La nascita della piccola guarnigione di custodi sarebbe legata a uno dei tanti crolli che costarono la vista ai minatori impegnati nell’estrazione della galena argentifera. Dopo la chiusura delle miniere, negli anni sessanta, iniziarono a circolare le prime voci che raccontavano di rumori sospetti che arrivavano dalle gallerie: picconi e suoni metallici perlopiù. Qualcuno si inoltrò nei cunicoli. Alcuni ritornarono in superficie con la descrizione di una strana nebbia grigiastra, altri raccontarono di aver intravisto sagome umane evenescenti. I più scettici possono rifarsi al video girato da un gruppo di cacciatori del paranormale che hanno addirittura registrato una voce che risponde una domanda: «Come ti senti?», chiedono i ragazzi. «Arrabbiato», risponderebbe lo spirito.

I CASTELLI SARDI. È il filone dei fantasmi nobili che popolerebbero gli habitat naturali di entità e spiriti. In Sardegna ce ne sono diversi. Nel Castello dei Malaspina di Bosa si aggirerebbe il fantasma di Letizia, una baronessa che si era macchiata del delitto del suo promesso sposo e della sua amante che adesso abiterebbero la rocca andando alla ricerca di un’improbabile vendetta. Nel castello di Samugheo si aggirerebbe il fantasma di Medusa, una strega che veglia sulle ricchezze accumulate nel corso dei secoli. Poco distante da Samugheo, a Cuglieri, si sentirebbe il canto di una badante impiegata nel Castello del Montiferru, baluardo difensivo durante la guerra contro il Giudicato di Arborea. Più a Sud, nella zona di Quirra, sarebbe lo spirito della sanguinaria Violante Carroz a custodire il segreto di un telaio d’oro nascosto nelle segrete del Castello di Quirra o nelle grotte sotto le sue fondamenta. La lista si chiude con i secolari lamenti notturni della contessa del Castello di Silius, schiacciata dal crollo della cinta muraria.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative