La Nuova Sardegna

Bianca Atzei dalla canzone a un romanzo: il dramma degli amori malati

di Angiola Bellu
Bianca Atzei
Bianca Atzei

Il successo sanremese “Ora esisti solo tu” diventa un libro pubblicato da Mursia. L’artista di origini sarde esplora un labirinto di relazioni sentimentali sbagliate

19 maggio 2017
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MILANO. “Ora esisti solo tu” è il brano che ha commosso il pubblico di Sanremo grazie alla voce e all’interpretazione “vera” dalla sua autrice, la trentenne Bianca Atzei. La canzone è oggi anche un romanzo: “Ora esisti solo tu, una storia d’amore” ( Mursia, 176 pagine, 12 euro). Un percorso inedito che Atzei ha sentito di seguire con la stessa forza schietta della canzone, in cui l’artista si mette coraggiosamente in gioco rivelando la sofferenza di un amore malato che segue uno schema familiare a molte donne. Impossibile non arrivare alla fine di una storia in cui la protagonista Bianca, affermata cantante, incontra attraverso una lettera manoscritta una fan, Laura, che le affida con amicizia la sua storia di inferno e rinascita. Bianca Atzei ne parla in occasione della presentazione del romanzo a Milano, nello spazio NonostanteMarras, la fucina milanese di cultura idee e creatività di Patrizia e Antonio Marras.

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Come mai ha deciso di trasformare la sua canzone in un romanzo?

«Non l'ho deciso: è arrivato. Come non ho deciso di fare la cantante. Non mi metto a tavolino a scrivere canzoni, arrivano. Magari mi sveglio alle 4 del mattino con una melodia o un testo e mi metto a scriverli su un pezzo di carta. Così è stato con il libro. Dopo Sanremo con tutto quello che è successo - ballottaggio, ripescaggio - e il boom dei voti delle persone che mi stavano seguendo; e dopo tutti i messaggi privati che mi sono arrivati di donne che si immedesimavano nella mia storia d'amore è nato il libro».

Lei si è esposta in prima persona con la canzone e poi è andata più in fondo con il libro. È stato difficile?

Sul palco dell’Ariston non è stato così facile, però l’ho fatto con tutta me stessa. Con il libro è stato lo stesso. Ho un mio diario sul quale scrivo da sempre, sin da piccola: ogni sera scrivo quello che mi succede durante il giorno».

Ha quindi confidenza con la scrittura?

«Molta, preferisco scrivere che parlare».

Racconta una storia di un massacro della personalità femminile. Quanto danno può fare un amore malato?

«Può annullare completamente una donna. Sono in tante a soffrire per uomini che usano le donne come hobby, sanno prendere loro tutte le energie, annullandole. Io l’ho scritto: ne so qualcosa. Parlo della sofferenza che prova Laura: ci sono capitata in prima persona, mi è successo, sono stata malissimo».

All’epoca lei era già una cantante famosa?

«Sì. Una storia così ti annulla anche professionalmente: diventi insicura, non riesci a essere obiettiva, non sai se stai facendo bene o male, se sei brava, se va tutto bene, se puoi migliorare in qualcosa, non hai la concezione di niente».

Quanto tempo è durata la storia malata e quanto tempo le è servito per ricostruirsi?

«Ci è voluto un anno per riprendermi e sono stata per ben cinque anni molto male. Ho sofferto molto. Per questo mi è venuto abbastanza spontaneo scrivere questo libro, questa lettera di Laura».

Cosa ha vissuto nel raccontarlo?

«Mi ha agitato molto perché so quanto ho sofferto, dietro ci sono cose che non racconto. Dietro la parola sofferenza c’è di tutto.

È stato difficile uscire da quest’inferno?

« Non è facile, hai residui del passato, c’è quell’ombra e non ti fidi».

Cosa significherebbe incontrare il mostro oggi, finalmente uscita da quella palude?

«Spero di non incontrarlo mai più. Lo sento sempre nominare, sento sempre di lui, so che esiste, ma semplicemente non vorrei mai più vederlo».

C’è anche la Sardegna in questo libro. Cosa significa per lei quest’isola?

«Anche se ho solo origini sarde ho vissuto tantissimo in Sardegna, fin da piccolissima i miei genitori mi mettevano sull’aereo e mi trasferivano in Sardegna dai nonni. Appena posso scappo e torno lì.

Qual è il consiglio che hai voglia di dare a chi si è trova a vivere un amore malato?

«Ci dobbiamo aiutare e soprattutto farci aiutare. Bisogna cercare di star bene nel proprio lavoro, con le proprie amicizie e pian piano si inizia a star meglio. Poi quando non te lo aspetti trovi il vero amore».

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