La Nuova Sardegna

«La nascita di Oblomov Una casa editrice nel segno della pigrizia»

di Fabio Canessa
«La nascita di Oblomov Una casa editrice nel segno della pigrizia»

Fuori della macchina mercantile per proporre idee e progetti di qualità Il mondo della graphic novel frontiera ormai consolidata dell’editoria

18 maggio 2017
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di Fabio Canessa

Il nome è un omaggio a una delle sue grandi passioni, alla cultura russa respirata da sempre in famiglia e parte importante della sua formazione. Arriva infatti dal romanzo capolavoro di Goncarov l’idea di chiamare Oblomov Edizioni la sua nuova creatura. A pochi mesi dall’uscita da Coconino, comincia un’altra avventura editoriale per Igort. Il varo ufficiale domani sera al Salone del libro di Torino, quando il fumettista cagliaritano presenterà la casa editrice fondata in Sardegna. «È nata qua e a sede al momento a Quartu Sant’Elena – sottolinea Igort – anche se la redazione più operativa sarà a Bologna per via della tipografia, dei grafici che lavorano con noi, che stampano i miei libri da tanti anni».

MODELLO GONCAROV. Oblomov quindi. Tributo a uno dei suoi libri e film preferiti (cita durante l’intervista anche il lungometraggio di Michalkov basato sul romanzo) che nasconde anche un preciso significato. Nel manifesto viene definito «un editore pigro», chiaro il riferimento al personaggio inventato da Goncarov che incarna la pigrizia. «L’idea – spiega meglio Igort – era di un simbolo che andasse in controtendenza. Crediamo nella lentezza e nella cura. Fare libri è per me un lavoro che richiede tempo. Il tempo di maturazione dei progetti, di sedimentazione delle idee. Perché non pensiamo all’autore come a una macchina da produzione. I libri non sono merci, ma hanno per noi un valore importante perché arricchiscono le persone. Insomma non vogliamo diventare una catena di montaggio della narrazione, ci interessa lavorare aspettando le idee e questo è il metodo che utilizzeremo sempre».

LEZIONE GIAPPONESE. Un metodo collaudato, frutto di una lunga esperienza maturata alla guida di Coconino, la casa editrice fondata nel Duemila e lasciata con dolore all’inizio di quest’anno. Un’esperienza che non solo ha portato in Italia tanti grandi del fumetto internazionale, ma ha fatto crescere talenti italiani che si sono imposti nel panorama mondiale. «Un metodo – racconta il fumettista sardo – basato su un lavoro di cura creativa, di scambio continuo tra editor e autori, che ho appreso nel corso della lunga collaborazione con la Kodansha, la più grande casa editrice giapponese. Prima di andare in Giappone non avevo molta simpatia per la figura dell’editor, poi ho capito a cosa serve e quanto è prezioso. Lentamente è maturata la visione di questo rapporto di costruzione quasi artigianale del racconto, una specie di dimensione narrativa nella quale l’editor fa da specchio all’autore e lo aiuta a mettere a fuoco le idee sempre di più».

ALLEANZE E PATTI. Appena nata, Oblomov Edizioni ha già trovato un prezioso alleato. Notizia di pochi giorni fa l’accordo con La nave di Teseo diretta da Elisabetta Sgarbi che sarà domani con Igort al Salone del libro di Torino. «Soci di capitale – spiega il fumettista – ma la casa editrice è indipendente, con una sua redazione e un mio progetto editoriale». Per una nuova avventura nata anche sulla spinta della dimostrazione d’affetto generale dopo l’uscita da Coconino: «Potevo stare tranquillo a fare le mie cose, ma una serie di autori mi ha chiamato più volte dicendo che non poteva andare dispersa quell’esperienza così particolare rispetto al rapporto classico tra autore l’editore, con il primo che semplicemente porta il libro al secondo e questo lo pubblica. Così ho deciso di trasformare una piccola società che avevo già, creata per tirature limitate di alcuni albi e stampe, in una casa editrice vera e propria che sta sul mercato. Ho ricevuto tante chiamate, proposte e quando ho parlato con Elisabetta, che conosco da tempo, ci siamo trovati subito. Sono bastati dieci minuti di conversazione per decidere che dovevamo fare questa alleanza». Accordi di diverso tipo sono previsti anche con altre realtà indipendenti, quello che Igort definisce il patto del loto d’oro: «Avremo spazi comuni nelle fiere e condivideremo alcuni progetti con Tunuè, inoltre il patto coinvolgerà anche editori stranieri per i diversi mercati».

PASSATO E FUTURO. Graphic novel come una delle forme contemporanee del romanzo. Partendo da questo principio Oblomov Edizioni vuole sviluppare secondo le intenzioni del suo fondatore ogni declinazione del racconto disegnato e non solo. «Ci sarà un’esplorazione dei vari tipi di libri – evidenzia Igort – come rivisitazioni del romanzo storico. Andrea Ferraris per esempio sta lavorando su un concetto che se fosse nato trent’anni prima sarebbe stato della scuola dei vari Pratt e Micheluzzi. Lo fa oggi con uno spirito innovativo e lo sguardo di una generazione diversa. E poi punteremo su varie collaborazioni: abbiamo già pubblicato un libro scritto da Ermanna Montanari, la signora del teatro italiano, con le illustrazioni di Leila Marzocchi. Stiamo anche pensando a delle serie e faremo dei libri grandi come dei long playing, albi con un racconto di un grande scrittore illustrato da disegnatori come Tota, Fior, Bacilieri».

AUTORI ITALIANI. Alcuni degli autori italiani coinvolti ai quali si aggiungono i nomi di fumettisti internazionali. Igort anticipa tra questi Gilbert Hernandez, Chris Ware, Charles Burns «e arriveranno dei cinesi formidabili che rappresentano la nuova scuola del manhua. Tra queste Zao Dao, una disegnatrice pazzesca che entrerà in produzione per noi già quest’anno». Anno che segnerà anche il ritorno nelle librerie come autore dello stesso Igort, quasi pronto a pubblicare per Oblomov “Quaderni giapponesi. Il vagabondo del manga”. «Uscirà in autunno, per Lucca Comics. Ma ci saranno altri libri. Quest’anno sedici, poi il piano è di una produzione media sui trentacinque titoli annualmente. Non vogliamo inflazionare il mercato, è meglio produrre meno e meglio che occupare gli scaffali con produzioni scarse».

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