La Nuova Sardegna

Con le “Reinas” oltre i confini di genere

di Sabrina Zedda

Al Lingotto il cartellone di iniziative degli editori sardi: incontri, dibattiti, film e tanti ospiti

16 maggio 2017
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CAGLIARI. Donne fiere. Donne di carattere. Donne che hanno lasciato un segno nella cultura dell’isola e che perciò sono considerate “Reinas”, regine appunto. A loro l’Aes (Associazione editori sardi), insieme con la Regione, dedica la presenza della Sardegna al 30° Salone del libro di Torino in programma al Lingotto dal 18 al 22 maggio.

Presentazioni di libri, proiezioni di documentari, incontri, dibattiti e spettacoli saranno all’insegna del femminile, come suggeriscono le locandine, che presentano scritte in bianco su uno sfondo in rosa delicato. Vasto il parterre degli ospiti invitati. L’attesa è soprattutto per Maria Giacobbe: l’autrice di “Gli arcipelaghi” dovrebbe partecipare il 18, insieme agli scrittori Jacopo Onnis, Giacomo Mameli, Mariangela Sedda, all’incontro a lei dedicato, “Una vita tra due mondi”, ma la sua presenza al momento non è confermata.

A rappresentare il mondo della cultura isolana ci saranno 31 case editrici, con le loro proposte che avranno così l’occasione di attraversare i confini. «Partecipiamo con un progetto importante su cui la Regione ha investito 100 mila euro – ha detto durante la presentazione della partecipazione sarda a Torino, l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena –. Parleremo delle donne che hanno costruito un pezzo della storia dell’Isola in un momento in cui l’attenzione sulla questione di genere è alta, come dimostrano le recenti richieste riguardanti la legge elettorale e gli ultimi espisodi di violenza».

Il tema delle Reinas si andrà a interseracare con quello scelto per il trentennale della Fiera: “Oltre il confine”. «Un tema che può sembrare avulso – dice la presidente dell’Aes, Simonetta Castia – ma che richiama invece quell’invalicabilità che i libri ci aiutano a superare, e che si coniuga col tema delle Reinas, donne che con la loro lungimiranza e il loro coraggio hanno superato grandi barriere». Le iniziative pensate dalla Sardegna per l’occasione si apriranno il 18 maggio con “Volevo dirti che...”, spettacolo sulla violenza di genere che vedrà sul palco Marta Proietti Orzella e Francesco Civile.

Il tema della violenza sulle donne ritornerà nel pomeriggio (alle 17) con l’incontro “La faccia oscura della luna. Storie di donne tra sfida e violenza”, dedicato alla neuroscienziata Nereide Rudas. La giornata si conclude con due performance nel Palazzo della Giunta regionale: “Colazione con Grazia”, dialogo esplorativo tra alimentazione e letteratura, e un piccolo concerto letterario con Gavino Murgia. Il 19 è da segnalare l’incontro “L’universo femminile tra la Sardegna e la Spagna”, con Gabriella Locci e Milena Agus, che presenta l’omonimo libro edito da Mediando e Casa Falconieri, e la presentazione dell’ultimo libro di Giacomo Mameli “Come figlie, anzi. Donne migranti si raccontano”. Il 20, nell’incontro “Reinas, raighinas, eroìnas” saranno ripercorse figure di Nadia Spano, che fu membro della Costituente italiana, della sassarese Bastianina Musi Martini, che si battè per il voto alle donne, di Marianna Bussalai, la prima sardista, e di Ninetta Arru Bartoli di Borutta, prima sindaca d’Italia.

Una vetrina sarà dedicata a tematiche non femminili: il 19 nel dialogo “Nel nome della rivoluzione. Un protagonista sardo nel Risorgimento italiano” si parlerà della figura di Giorgio Asproni, a cui la Regione ha dedicato particolare risalto nell’ultima edizione di Sa die de sa Sardigna. Il 20 maggio nell’incontro “Giuseppe Dessì: scrittura, cinema, pittura”, insieme a Paolo Lusci, Anna Dolfi, Federica Usai e Gianni Olla, si parlerà dell’autore di “Paese d’ombre” a quarant’anni dalla morte. A lui è dedicato anche uno dei due eventi speciali: la proiezione del documentario Rai “La Sardegna, un itinerario nel tempo”, firmato proprio da Dessì. L’altro evento è la proiezione di un altro documentario: “Fra due mondi. Ritratto di Maria Giacobbe”, realizzato nel 2011 dal regista Francesco Satta.

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