La Nuova Sardegna

“Nero pioggia”, l’isola oscura di Flavio Soriga

di Alessandro Marongiu
“Nero pioggia”, l’isola oscura di Flavio Soriga

I maestri sardi del giallo - Il paese di Nurajò teatro di un caso avvincente. Un delitto tra passioni amorose e traffici loschi

12 maggio 2017
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di Alessandro Marongiu

A Nuraiò non succede mai nulla. Settemila anime e al massimo qualcuno a cui viene in mente di rubare un’autoradio. La calma è tale che il maresciallo Martino Crissanti ha tempo, fin troppo, per arrovellarsi il cervello e ripensare a quell’unico esame che gli mancava per diventare dottore in Antropologia e che invece non hai mai sostenuto, finendo, forse non ricorda neanche più come, a servire nell’Arma. Oppure ha tempo, Crissanti, per leggere un libro, proprio lì, in caserma, anche se quello che ha in mano in quei giorni, dietro consiglio «da rivista patinata di un giornalista brillante», è un gialletto senza pretese, specie di realismo, con i buoni che sono buoni e vincenti e i cattivi che raccolgono solo per il male che hanno seminato, e vanno quindi dritti dritti in galera. Il maresciallo lo lancia contro la porta, il gialletto, in un impeto di insoddisfazione, e ripesca al suo posto un romanzo dello scrittore cui è tanto affezionato, un siciliano.

La lettura non procede molto oltre, perché in fondo che a Nuraiò non succeda mai niente è solo un’impressione, dovuta al fatto che nella cittadina, lasciato alle spalle un passato di miseria, si vive in una relativa tranquillità economica. Giovanni, amico dell’uomo di legge, gli spiega infatti che gli abitanti sono «stati poveri per troppo tempo, e troppo poveri, perché qualcosa possa turbarli in questo loro nuovo stato di grassezza, direi, di obesità». «Sai cos’è Nuraiò?», continua, «Un paese dove si pensa come negli anni Cinquanta, ma si mangia e si consuma il triplo di allora, un paese di consumatori modernissimi con la testa rimasta indietro». Solo un’impressione, però, si diceva: perché dentro i cuori, e sotto la superficie, c’è un vero e proprio mare in tempesta. I cuori agitati sono quelli che fa battere Marta Deiana, la donna più bella di Nuraiò, che ha sposato per scommessa un uomo che non ama e della quale tutti dicono male per le libertà che si concede: ma che tutti, in maniera quasi scontata, non possono fare a meno di desiderare. Lei però ha ormai sentimenti soltanto per Alberto, che ha la metà dei suoi anni e una gamba rotta per cui ha dovuto dire addio al sogno di diventare un calciatore professionista. L’unica soluzione che il ragazzo ha trovato per andare avanti è, per il suo temperamento, la peggiore possibile: entrare in seminario e farsi prete. Senza che ciò abbia fermato le sue fughe verso Marta, comunque, così come non le ha mai interrotte Nicola Rau, che con lei ha una relazione fin da quando erano appena dei liceali.

Poi, una notte, Marta viene uccisa nella mansarda in cui si è trasferita dopo aver lasciato il marito Efisio, e quest’ultimo diventa il principale sospettato, anche perché un gran numero di testimoni l’ha sentito chiaramente dire che presto si sarebbe preso la sua rivincita su quella moglie che l’ha reso uno zimbello.

Ma siccome “Neropioggia” di Flavio Soriga – uscito in prima edizione nel 2002 per Garzanti, dopo che l’autore aveva vinto il Premio Calvino ed esordito con “Diavoli di Nuraiò”, e poi riproposto nel 2011 da Bompiani – non è uno di quei gialli in cui buoni e cattivi sono facilmente distinguibili, ma piuttosto un noir in cui la linea di demarcazione tra le categorie è tutt’altro che netta, ecco che per Martino Crissanti la ricerca del colpevole non è che all’inizio, nonostante le pressioni dei superiori che vorrebbero chiudere in fretta la faccenda e passare oltre. Quest’indagine per giunta incrocia il suo percorso con un’altra, difficile e pericolosa, che riguarda quel “sotto la superficie” cui si faceva riferimento in precedenza: c’è chi, a Nuraiò, sta comprando terreni su terreni a prezzi irrinunciabili per i proprietari – che infatti non rinunciano e vendono senza farsi troppe domande. Perché questi campi siano così interessanti per i misteriosi acquirenti, a Crissanti lo rivela Giovanni, che pagherà un prezzo individuale altissimo per le informazioni di cui è in possesso: si parla di inquinamento, del tipo che segna per sempre un territorio, e di bonifiche forse mai effettuate, ma dichiarate per incassare denaro pubblico. L’essere a conoscenza dei traffici e dei relativi responsabili, in un mondo ideale, o anche solo in un giallo come tanti altri, basterebbe a chiudere i giochi: nel libro di Soriga non è detto che le cose saranno così semplici.

“Neropioggia”, vincitore del Premio Grazia Deledda Giovani nel 2003, introduce la figura del maresciallo Martino Crissanti, che i lettori de La Nuova Sardegna ritroveranno il 9 giugno quando in edicola con il giornale pe la collana “Maestri sardi del giallo” uscirà “Metropolis”, secondo romanzo ad averlo per protagonista. Poco più di trent’anni, conscio di aver preso un certo numero di decisioni sbagliate nel corso della sua esistenza, e con un grande buco nero ad appesantirgli l’anima – l’assassinio del padre, mai risolto –, Crissanti è l’investigatore giusto per la vicenda e per il senso profondo di “Neropioggia”: poche certezze, molti dubbi, ferma convinzione in principi che però, come avviene spesso nella vita quotidiana, non hanno modo di oltrepassare la barriera degli interessi economici. Non per questo uno come Crissanti si tira indietro: andrà avanti, almeno fin dove glielo consentiranno.

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