La Nuova Sardegna

Ritmi da “Pirata” Un omaggio a Marco Pantani

di Pasquale Porcu
Ritmi da “Pirata” Un omaggio a Marco Pantani

La band sassarese in sala d’incisione con “Perché sì” Diciotto brani inediti e l’ingresso di un nuovo bassista

29 aprile 2017
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di Pasquale Porcu

A mio padre piaceva Pantani / Per quel manubrio incollato alle mani / Che fa giocare carte scoperte / e custodire una faccia antica / abituata alla malasorte / ancora prima che alla fatica.

. Un omaggio poetico e commosso al Pirata, ciclista eroico dal destino tragico è contenuto nel nuovo album dei Bertas, il più longevo gruppo pop della Sardegna. La band, che ha festeggiato mezzo secolo di attività musicale due anni fa, in questi giorni è in sala di incisione per completare il lavoro di registrazione e di rifinitura del loro undicesimo album intitolato “Perchè sì”. La prima “uscita” ufficiale per il brano dedicato a Marco Pantani e per alcuni altri brani (il disco invece uscirà in autunno) è prevista per il Primo Maggio ad Alghero, durante una manifestazione a sostegno degli atleti del tennis in carrozzina. Qualche giorno dopo dalla città catalana partirà la prima tappa del Giro d'Italia, ma si tratta di una fortunata coincidenza. Dicevamo del disco. Si tratta di diciotto brani inediti (i testi, tutti in italiano, sono di Franco Castia mentre le musiche sono di Mario Chessa e Marco Piras) con una impostazione diversa e più matura rispetto alle canzoni che hanno reso celebri le canzoni del passato, da “Fatalità” a “Badde lontana”. Le parole del nuovo album, bellissime, sono vestite di musiche molto raffinate che, talvolta, strizzano l'occhio alla tradizione classica colta europea, ma che non disdegnano impostazioni più “giovanili” (c'è perfino un brano arrangiato in chiave hip pop da Antonio Leardi dei Trains to Roots). In qualche altro brano riecheggiano ritmi che ricordano “Graceland” di Paul Simon e quella di etnie lontane. I temi trattati nell'album sono spesso quelli offerti dall'attualità: dal dramma dei migranti alla nuova miserabile condizione umana di chi vive in questo mondo globalizzato. Ma c'è anche una bellissima fiaba che sembra una parabola evangelica (“Maria di catrame”), tanto orecchiabile che sembra creata per essere cantata dai bambini. Per 17 dei 18 brani Franco Castia, il paroliere e corista storico del gruppo, ha dovuto inventare un testo da adattare alle musiche. Ma nel caso di “A mio padre piaceva Pantani” le parole erano talmente belle che nessuno si è sentito di cambiarle. «E così - racconta Mario Chessa, voce, chitarre e tastiere del gruppo- la musica è venuta dopo il testo». Il gruppo intanto si rinnova. Dopo cinquant’anni di attività, esce Carlo Costa, e come bassista nel gruppo entra Giuseppe Gadau. Carlo, insieme ai fratelli Antonio e Monduccio, è stato uno dei fondatori dei Bertas, anzi dei Berta (così si chiamavano appena nati, nel 1965), Per oltre mezzo secolo Carlo ha fatto parte della formazione caratterizzando la propria presenza come musicista e cantante, grazie a una formidabile estensione vocale e a una musicalità particolare. Dopo cinquant’anni di attività, però, Costa, in buona armonia col resto della band, ha deciso di non fare più parte del gruppo. Ma questo non significa che non continuerà a suonare e comporre musica. Il suo posto, al basso elettrico, è stato assegnato a Giuseppe Gadau, gran talento nello strumento e nome molto noto tra i musicisti sassaresi per aver suonato in molte formazioni e in particolare nei Cento. Solo in un brano (“Maria Catrame”) compare un altro ospite importante: il chitarrista Uccio Soro, che ha suonato nei primi Tazenda e poi a lungo con Piero Marras. Non cambia, invece, il ruolo degli altri componenti della band: Enzo Paba continuerà a essere la bellissima voce ufficiale del gruppo (ma alcuni brani sono cantati da Mario Chessa). Alla chitarra solista c'è, ovviamente, l'abile Marco Piras e alla batteria c'è sempre Fabrizio Loriga, mentre il gruppo dei coristi è formato da Maria Teresa Soro, splendida voce blues, da Enrica Virdis, la voce più dolce del pop sardo, e da Franco Castia, paroliere raffinato e vera e propria eminenza grigia della band.

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