La Nuova Sardegna

Un’opera musicale in limba racconta l’isola

Un’opera musicale in limba racconta l’isola

Presentata all’Accademia di Belle Arti “Paraulas e Sonos de Sardigna” di Gian Battista Ledda

23 aprile 2017
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SASSARI. Un’opera musicale interamente in lingua sarda per far conoscere la tradizione alle nuove generazioni. L’idea è venuta al compositore Gian Battista Ledda che, con “Paraulas e Sonos de Sardigna”, ha realizzato un viaggio nell’isola attraverso le composizioni strumentali e vocali tipiche della Sardegna. Rivisitate da un’orchestra di studenti musicisti e interpretate dalle voci, altrettanti giovani, della Corale studentesca “Città di Sassari” e dell’insieme vocale “Nova Euphonia”, che affiancano il Coro “Sant’Austinu” di Alà dei Sardi, attuatore del progetto.

Il lavoro, che prende l’avvio dall’epopea dei Giganti di Monti Prama, sarà presentato, durante una conferenza-concerto, il 28 aprile ad Alà dei Sardi per Sa Die de sa Sardigna; e poi ancora l’8 luglio, nel corso di un concerto vero e proprio, in una delle chiese del paese. Già ieri, però, il progetto è stato anticipato in un incontro all’Accademia di Belle Arti di Sassari, al quale hanno partecipato, tra gli altri, insieme all’autore di “Paraulas e Sonos de Sardigna”, anche il sindaco di Alà Francesco Ledda, la direttrice dell’Accademia Paola Pintus, il coordinatore didattico Antonio Deiara. E, ancora, sempre in rappresentanza di Alà dei Sardi, il Coro “Sant’Austinu”, e alcuni ballerini del Gruppo Folk “Santu Frantziscu”, che hanno offerto ai presenti un’anticipazione dei canti e delle danze presenti nel lavoro di Gian Battista Ledda. Come ha spiegato l’autore, in poco meno di un’ora e attraverso sedici miniature o quadri, «l’opera ripercorre le forme musicali più caratteristiche dell’isola. Dopo una breve ouverture, un’invocazione alla musa e un successivo richiamo ai Giganti di Monti Prama, il viaggio prosegue con brani originali o rielaborati. Tra gli altri, “Tabarka”, “L’Alguer”, “Assandira”, “Corsicana”, “Procurade e moderare”, “Deu ti salvet, Maria”, e i canti per le feste religiose» in un’ideale omaggio a quanto di meglio la Sardegna è stata capace di mettere in musica attraverso i secoli. Come dice il titolo, però, oltre ai “sonos” ci sono anche le “paraulas”, le parole che fanno da collante, da intermezzo narrativo tra un brano e l’altro, e nascono dalla penna degli storici Bonaventura Licheri, Cesarino Mastino, Don Baingiu Pes e di autrici sarde contemporanee, come Mariatina Battistina Biggio e Maddalena Morittu.

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