La Nuova Sardegna

Alla scoperta dei tesori dell’isola in cinque weekend

di Mario Frongia

Ventunesima edizione, tutta la regione coinvolta Migliaia di volontari dal 29 aprile al 28 maggio

22 aprile 2017
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CAGLIARI. I tesori culturali di un’isola senza barriere, fucina di valori che alla lunga fanno la differenza. Monumenti aperti taglia il traguardo: all’edizione numero 21 la Sardegna mette in vetrina le perle di 57 comuni. E per raccontarle arruola diciassettemila volontari di cui undicimila studenti, delle superiori e universitari: testimonial di una storia che scomoda valori, tradizioni, arte. In cinque fine settimana, dal 29 aprile al 28 maggio, scorre il film di una regione senza tempo e senza confini, vola leggero grazie ai giovani: «La Sardegna si muove, cambia e cresce con le nuove generazioni. L’autenticità sarda, con la trasmissione della conoscenza e i valori culturali, è – dice Barbara Argiolas, assessore regionale al turismo – parola chiave per la nostra terra che cresce anche in chiave turistica e occupazionale». Messaggio nitido: le spiagge sono un richiamo strepitoso. Ma se persegue la stagione lunga, oltre a un sistema di trasporti efficiente, si deve proporre qualcosa che non sia solo il mare.

Un esempio virtuoso. Da qui, il paesaggio quale tema clou. «Monumenti aperti è e rimane un esempio virtuoso» rilancia Andrea Dettori, area metropolitana di Cagliari. «I nostri ragazzi costruiscono la loro memoria e le comunità si riappropriano dei loro beni. Sono certo – aggiunge Giuseppe Dessena, assessore regionale alla cultura – che aver coinvolto i giovani sia un ottimo metodo per aggredire la dispersione scolastica». Mica male. Il film che valorizza il patrimonio culturale della Sardegna, mette in gioco paesi diversi per storie e habitat.

Da Semestene, a rischio d’estinzione con i suoi 350 abitanti, al capoluogo. «Per la prima volta Monumenti aperti coinvolge l’intera regione. Il paesaggio – rimarca Fabrizio Frongia, presidente dell’associazione coordinatrice Imago Mundi, premio nazionale “Sterminata bellezza” e medaglia della presidenza della Repubblica – è cuore dell’evento. In evidenza, il coinvolgimento delle comunità e il dialogo incessante e necessario tra natura e cultura».

La Regione coinvolta. Intanto, debuttano Bauladu, Bonorva, Castiadas, Orani, Osilo, Santadi, Semestene, Thiesi, Uta e Villamar. Con oltre 750 siti, l’edizione è gemellata con l’Emilia Romagna: «Dal 14 al 15 ottobre apriamo le sedi degli Estensi. Per noi e le nostre opere è un esordio – spiega in collegamento telefonico Massimo Maisto, vice sindaco di Ferrara che segnala con orgoglio di avere il papà di Tempio e la nonna che fa Sotgiu di cognome – nel dopo terremoto». Insomma, contaminazioni culturali vincenti. La piana di Sanluri sulla Carlo Felice, scelta quale immagine simbolo per le campagne di comunicazione, racconta di un popolo in marcia con orizzonti ambiziosi. Luoghi, stagioni, persone che cambiano e cercano nuove sfide. Senza scordare origini e tradizioni. Nel bouquet 2017 il castello di Serravalle a Bosa, il villaggio e i complessi minerari di Arbus, le torri pisane e il parco di Villa Devoto a Cagliari, le chiese di Osilo, la cascata di Su stampu e su turnu a Sadali, la chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio a Ozieri, i bastioni e le torri di Alghero, il duomo di Santa Maria a Oristano, la cascata di Sa spendula a Villacidro. «Monumenti aperti – sostiene Barbara Argiolas – può essere motivo di vacanze in un progetto che sposa autenticità, culture e territorio». Per Giuseppe Dessena è basilare «il ruolo da protagonisti dei comuni coinvolti in un momento che svela la Sardegna a cielo aperto».

Partnership e indotto. L’assessorato da una decina d’anni sostiene (budget di un milione di euro) la rassegna e alimenta gli enti locali in rete. Nel 2016 – 48 comuni, 694 siti visitabili, tredici itinerari e 296mila firme raccolte – la manifestazione è costata circa trecentomila euro. Oltre ai fondi regionali, contributi da Fondazione di Sardegna, imprese private, iniziativa “Un euro per la cultura” e “5xmille”. Un’operazione imponente curata dal comitato scientifico che affianca municipalità e istituzioni, con in testa gli atenei di Sassari e Cagliari (Scienze della comunicazione e dipartimento Storia e beni culturali). Di rilievo anche le partnership con Consorzio Camù, Confcommercio e Confesercenti. In breve, scarpe comode e spirito giusto per incrociare una Sardegna spesso sconosciuta e nascosta.

Per le informazioni gli utenti avranno oltre 170mila mappe, un motorhome attrezzato, il sito monumentiaperti.com, facebook (Monumenti Aperti), twitter e Instagram (@monumentiaperti). La curiosità? Nel 2016 appetito e sete dell’esercito di visitatori è stato placato da 595 esercizi della ristorazione. Il bis è assicurato.

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