La Nuova Sardegna

La collana della Nuova, oggi il primo “noir”

di Valeria Gianoglio
La collana della Nuova, oggi il primo “noir”

Giovedì al museo Tribu di Nuoro la presentazione dell’iniziativa

21 aprile 2017
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NUORO. Le tante case editrici che a Nuoro sono cresciute, l’eredità dei grandi scrittori del passato, l’attualità fatta dalle nuove generazioni di autori che ai piedi dell’Ortobene sono cresciuti o hanno lasciato il cuore: alla presentazione nuorese della collana della Nuova Sardegna “I maestri del giallo”, ieri sera al museo Tribu, c’era l’orgoglio della cara vecchia Atene sarda che scorre tra un intervento e l’altro. Dai moderatori dell’incontro, i giornalisti Luciano Piras e Pierluigi Piredda, al contributo di uno degli autori della collana, il giudice Mauro Pusceddu: se c’è un filo conduttore che lega l’intera serata è proprio la città di Nuoro e la sua indomabile passione per la scrittura, per le letture, per la cultura.

«Un fermento culturale di una piccola cittadina di provincia – come lo ha definito Luciano Piras – che nonostante le difficoltà continua a imporsi». «Il senso di questa collana di libri gialli allegata al giornale – ha spiegato il direttore della Nuova Sardegna, Andrea Filippi – oltre a essere ovviamente una operazione commerciale, è quello di essere una grande operazione culturale e di valorizzazione delle eccellenze sarde». A chi gli chiede quanto e se, nella sua passione per la scrittura, abbia influito Grazia Deledda, Mauro Pusceddu – autore del libro “Il mio vero nome”, il settimo volume della collana in edicola da oggi – preferisce ricordare l’influenza che nella sua grande voglia di scrivere ha avuto il suo essere un lettore onnivoro. «Ma soprattutto – precisa il giudice-scrittore nuorese – nella mia scrittura ha influito molto la mia esperienza nel collettivo Elias Mandreu, insieme a mio fratello Andrea e al mio amico Eugenio Annicchiarico. Abbiamo cominciato a scrivere per gioco, poi quel gioco è durato cinque anni, ed è stato contemporaneamente una nascita e un modo di ritrovarci».

In quella esperienza letteraria, racconta ancora Mauro Pusceddu, l’influsso e l’influenza esercitato da Nuoro nella vicenda raccontata in “Nero riflesso” si sente parecchio anche se la città non viene mai nominata. E anche se – l’autore lo precisa poco dopo – in realtà la città nella quale si muovono i personaggi dei suoi romanzi è frutto, più che altro, di un insieme di scenari in parte immaginari, in parte no. Ma questo, sottolinea l’autore di “Il mio vero nome”, è il bello della scrittura. «Fare il giudice – spiega, rispondendo a una domanda – è per me molto diverso da fare lo scrittore. Da giudice devo mettere in ordine una serie di tasselli e fare i conti con la realtà. Per me, invece, scrivere è un atto totalmente libero, non mi salterebbe mai in mente di parlare di fatti reali, e questa in fondo è una caratteristica della scuola di giallisti sardi. Nessuno parla di vicende conosciute, forse per non riaprire vicende dolorose per tutti, appropriarsene e restituire il dolore a chi magari stava cercando di dimenticarlo».

Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, intervenuto anche lui nella sala del museo Tribu piena fino ai corridoi – gli chiede se ed eventualmente quanto lo studio del diritto abbia influenzato la sua scrittura, come era successo per il grande Salvatore Satta. «Satta – risponde Mauro Pusceddu – nella sua scrittura ha sicuramente avuto un peso filosofico, e in diversi suoi libri ricorre il tema del giudizio. Lui è un teorico del giudizio. Il mio, invece, è più un approccio storico e umano».

Ma tra una domanda e l’altra rivolta all’autore, in più occasioni ritorna il tema della città, di Nuoro, e dell’influenza che ha esercitato sulle vicende raccontate nei libri di Pusceddu e del collettivo Elias Mandreu. «La città ha certamente avuto un peso – spiega – io sono nato e cresciuto a Nuoro, ma i miei genitori sono di Guasila, dove è nato anche Giulio Angioni. Per me sono questi, i luoghi cari. Se scrivi un noir la città è importante. Per chi ama il cinema, pensi a una scena di Blade runner: in un noir si guarda la città dall’alto e la si vive dall’interno. Un noir è attraversare un luogo oscuro, un giallo, invece, è un luogo più rassicurante. In un noir si svela un lato oscuro di tutti, anche del narrante».

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