La Nuova Sardegna

i maestri sardi del giallo

“Il terzo suono”, nelle vacanze dorate irrompe il delitto

SASSARI. Alla fine di una lunga estate sarda, uno sparo, un flacone di dopobarba svuotato sul cadavere, l’offesa del fuoco che comincia sul viso. Così la vita in apparenza fatua di un gruppo di...

16 aprile 2017
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SASSARI. Alla fine di una lunga estate sarda, uno sparo, un flacone di dopobarba svuotato sul cadavere, l’offesa del fuoco che comincia sul viso. Così la vita in apparenza fatua di un gruppo di villeggianti trova inquietudini esplicite; mentre quella del malinconico funzionario di polizia a cui è affidato il caso viene messa alla prova. La figlia del poliziotto è amica del principale indiziato: lo scapestrato nipote dell’ucciso. E l’indagine diventa quindi occasione per una presa di coscienza del rapporto tra padre e figlia; rapporto sfuggente, che sembra quasi non esistere, ma in realtà fortissimo.

È “Il terzo suono”, il romanzo di Salvatore Mannuzzu che venerdì 21 aprile aprirà la collana “Maestri sardi del giallo”, in edicola a soli 6,70 euro più il prezzo del quotidiano.

Con questo libro Mannuzzu realizza una sorta di sintesi dei suoi libri precedenti: i meccanismi gialli di “Procedura”, gli ambienti e personaggi di “Un morso di formica”, ripresi come variante narrativa, le analisi psicologiche della “Figlia perduta”, le frantumazioni della verità e le reticenze delle “Ceneri del Montiferro”. Una sintesi che potenzia e intensifica il peculiare discorso di questo scrittore sulla corrosione delle cose e dei sentimenti ad opera del tempo. Ma, pur conservando il suo consueto sguardo obliquo sulla realtà, nel “Terzo suono” Mannuzzu sembra offrirci per la prima volta un protagonista, un fuoco centrale del racconto. Ed è un personaggio affascinante: maldestro investigatore e non meno maldestro padre. Tagliato fuori dalle decisioni iniziali e finali, capita negli eventi a metà strada, quel tanto che basta per provarne fastidio e imbarazzo. Ma è dotato di una sua logica procedurale ed esistenziale, coerente e stoica, che lo conduce a farsi amare, se non dalla figlia, da chi ne legge la possibile storia.

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