La Nuova Sardegna

Quando il jazz lotta per la libertà

di Gabriele Balloi

Presentata la rassegna di Sant’Anna Arresi: dieci giorni di concerti, il filo conduttore è la batteria

08 aprile 2017
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CAGLIARI. Libertà, diritti civili, parità di genere, rispetto e dialogo interculturale. No, non è il programma di un convegno socioantropologico. Sono, invece, le tematiche fondanti a cui s’ispira quest’anno la 32esima edizione di “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. Il festival di fama internazionale a cui, annualmente, l’Associazione Punta Giara dà vita a Sant’Anna Arresi, con la direzione artistica dell’ormai storico fondatore Basilio Sulis.

Cosicché, prendendo spunto dal recente rapporto di Amnesty International – inerente ai diritti umani violati su scala mondiale – si è deciso di dedicare la rassegna proprio alla lotta contro tali violazioni. Non a caso il titolo sarà “We Insist! Freedom Now” (Noi insistiamo! Libertà adesso), dall’omonimo capolavoro di Max Roach. Il padre della batteria moderna e il suo strumento saranno, difatti, un altro “fil rouge” per quest’edizione; le percussioni, in generale, avranno molto spazio per esprimersi ad alto livello. Oltretutto sarà, stavolta, anche un festival fortemente al femminile, incentrato sulla forza creativa/creatrice della donna, tanto in senso artistico quanto in senso materno. Parola d’ordine come sempre: la curiosità. Dunque, scelte inedite e prestigiose per quanto concerne ospiti e programmi, anteprime, esclusive, produzioni originali appositamente portate a Sant’Anna Arresi, nella consueta e suggestiva location di Piazza del Nuraghe, dal primo al 10 settembre. L’esordio, pure quest’anno, sarà anticipato da un appuntamento a San Giovanni Suergiu, esattamente nell’antica chiesa romanica di Palmas. Se la volta scorsa furono i Tenores di Bitti ad animare i silenzi di quella cornice monumentale, il prossimo 31 agosto toccherà al progetto “Percussion Evolution”. Si parte quindi dall’Africa, ideale punto di partenza e di ritorno (sotto molteplici aspetti), entrando subito “in medias res” con l’omaggio alle percussioni, cui vedremo impegnati il cantante Boni Gnahorè con Hamid Drake e Aly Keita al balafon (sorta di xilofono tipico dell’Africa sub-sahariana). Gli stessi musicisti si esibiranno poi al debutto del festival (il 1° settembre), con la cantante, danzatrice, e percussionista lei stessa, Dobet Gnahorè: artista poliedrica e poliglotta (interpreta le proprie composizioni in diverse lingue africane, oltre che in francese ed inglese), capace di una grandissima presenza scenica, nel 2006 ha ricevuto una nomination come “Miglior rivelazione” nei BBC World Music Awards.

Nei giorni a seguire, suonerà invece il duo formato dalla pianista e compositrice svizzera Sylvie Courvoisier (che annovera collaborazioni con John Zorn, Mark Feldman, Erik Friedlander e altri) assieme al batterista/percussionista statunitense Kenny Wollesen. Spazio poi all’originale mondo sonoro dei Lean Left, composti dal duo Ken Vandemark e Paal Nilssen-Love, con due membri del leggendario gruppo olandese The Ex, ovvero Andy Moor e Terrie Ex. Originario di Cuba è il compositore nonché pianista David Virelles che si esibirà, col suo quartetto, nei brani dell'ultimo disco dal titolo “Mbókò”, ma che vedremo come solista in un secondo appuntamento. Avrà luogo il 4 settembre “Live in Sant’Anna Arresi”, progetto musicale che vedrà all’opera il Summit Quartet, composto per l’occasione oltre che da Hamid Drake, Luc Ex e Ken Vandemark, dal rinomato polistrumentista svedese Mats Gustafsson (sax, flauto, tastiera). E ancora musicisti del calibro di Joe Chambers (vibrafono, batteria, pianoforte) che omaggerà il mitico Max Roach, in compagnia di Ray Mantilla e altri musicisti. Tributo che poi verrà reso, specialmente, dalla formazione Burnt Sugar the Arckestra Chamber, fondata dal leader dei Village Voice, Greg Tate, e che omaggerà Roach con una “Freedom Now Suite”. Saranno ospiti oltretutto Tiziano Tononi e Susie Ibarra, che hanno creato una nuova suite di duetti fra percussioni, ispirandosi ai rituali ritmici del mondo naturale; la band tutta la femminile di Marilyn Mazur; polistrumentisti come Tyshawn Sorey, Kassa Overall, Kool A.D; il Liquid Stone Trio.

Da segnalare inoltre che il programma del festival non si esaurisce con i concerti: alla programmazione musicale del festival, vanno aggiunti svariati laboratori, escursioni, workshop e convegni, approntati appositamente per l’occasione, con l’intento d’avvicinare i fruitori della rassegna al contesto culturale, archeologico e naturalistico che ne fa da cornice.

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