La Nuova Sardegna

archeologia

Un cippo funerario romano emerge dal mare di Cabras

di Enrico Carta
Un cippo funerario romano emerge dal mare di Cabras

CABRAS. Le onde del mare, inconsapevoli, restituiscono un altro prezioso gioiello. Nello scrigno di ricchezze archeologiche che è la costa del Sinis, le mareggiate hanno riportato alla luce un nuovo...

02 aprile 2017
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CABRAS. Le onde del mare, inconsapevoli, restituiscono un altro prezioso gioiello. Nello scrigno di ricchezze archeologiche che è la costa del Sinis, le mareggiate hanno riportato alla luce un nuovo diamante della smisurata collezione di bellezze archeologiche che rendono unica l’area che va dal sito di Mont ’e Prama sino all’antica città di Tharros. Nei giorni scorsi è arrivata la segnalazione della comparsa di una pietra di grosse dimensioni tra la sabbia. Mangiata dal tempo e dagli agenti atmosferici ma ancora in buono stato di conservazione, non poteva essere scambiata per un masso qualunque. Infatti è bastato il primo sguardo per capire che si trattava di qualcosa modellato tantissimi secoli fa dalla mano dell’uomo.

Grazie all’intervento dei vigili del fuoco e dopo le verifiche della Soprintendenza, venerdì mattina è stato recuperato un cippo funerario. Stando alle prime verifiche fatte sul campo è un importante pezzo archeologico che risale all’età imperiale romana. La sua presenza nella spiaggia di San Giovanni di Sinis non è certo una novità. La semplice spiegazione va ricercata nell’estrema vicinanza del punto del ritrovamento con l’antico insediamento di Tharros, che si trova sull’altro lato dell’istmo di San Giovanni di Sinis e quindi dalla parte del Golfo di Oristano.

Ma la zona che dà verso il mare aperto era stata per tantissimi secoli quella che gli abitanti di Tharros avevano scelto come area da destinare a necropoli. Del resto, tantissime case di San Giovanni di Sinis poggiano le loro fondamenta su terreni in cui non mancano certo le ricchezze archeologiche destinate però ormai a rimanere per sempre sepolte sotto i muri delle ville al mare costruite decenni fa. In ogni caso, piogge e mareggiate di tanto in tanto restituiscono importanti reperti, costruzioni e manufatti. È il caso del cippo funerario che attende ora un esame più approfondito. Il suo trasferimento nel museo consentirà di attribuire una datazione certa che per ora oscilla tra i 2000 e 1400 anni fa.

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