La Nuova Sardegna

«Il mio teatro deve essere per tutti»

di Roberta Sanna

L’attore e regista a Cagliari fino a domenica con lo spettacolo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”

29 marzo 2017
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CAGLIARI. «È uno spettacolo che vince per la sua storia e per la qualità del lavoro interpretativo, e perché produce tantissime emozioni, fa molto ridere, e poi commuove. Gira da tre stagioni e se ne prevede una quarta, cosa molto rara soprattutto trattandosi di drammaturgia contemporanea e senza nomi di richiamo particolari». Lo dice, da regista, Alessandro Gassmann, che ha portato in scena “Qualcuno volò sul nido del cuculo” da oggi mercoledì al teatro Massimo alle 20.30 con repliche sino a domenica 2 aprile con l’adattamento di Maurizio De Giovanni.

La storia che dal romanzo di Ken Kesey arrivò al cinema col film diretto da Miloš Forman,nella versione italiana è ambientata nel manicomio di Aversa. L’azione si sposta – racconta Gassmann - dagli Stati Uniti degli anni ‘60 all’Italia degli anni ’80. A restare altrettanto forte è il grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere. Spiega Gassmann: «È una storia di privazione della libertà, di malattia mentale e di diversità, tema che avevo già toccato in altri spettacoli e torno ad affrontare con questa regia. Del protagonista abbiamo cercato, appoggiandoci al lavoro di De Giovanni, di farne una personaggio credibile e riconoscibile per l’Italia di quell’epoca ma anche di oggi. Un piccolo malvivente dei quartieri abituato ad entrare e uscire dal carcere, un pesce piccolo che per la prima volta in vita sua, fingendosi pazzo, si trova in un centro di igiene mentale dove incontra i ricoverati, e per la prima volta in vita sua diventa un eroe, una sorta di cristo moderno, sacrifica la sua persona, come sappiamo dalla storia, per ridonare la libertà ai suoi nuovi amici, un piccolo eroe. Per lui, come per gli altri attori, abbiamo però evitato di scivolare in ogni forma di macchietta o luogo comune».

La storia e lo spettacolo hanno avuto un ottimo riscontro fra i giovani. «Quello che cerco di fare sempre nei miei spettacoli, e questa è la mia decima regia, anche quando metto in scena testi complessi da Riccardo III a Thomas Bernhard, è un teatro popolare, pensato per essere compreso anche da chi è meno preparato o colto. Il pubblico che i miei spettacoli incontrano più spesso è giovane o molto giovane, e in questo caso in gran parte non conosce il film di Forman. È quindi vissuta ancora di più la grande sorpresa che questo testo regala nel finale e che tocca profondamente». Dalla voce di Gassman arriva anche la conferma che la seconda serie dei “Bastardi di Pizzofalcone”, dopo il grande successo della prima, andata in onda con su Rai Uno, si farà: «ci ha dato molte soddisfazion , spero che si possa fare bene con la nuova serie, e anche meglio, mi auguro. Ma in questo momento - annuncia - sono particolarmente concentrato sul nuovo film da regista che girerò a partire dall’8 maggio e che mi impegnerà per parecchi mesi dalla preparazione sino al montaggio». Arriveranno poi altre regie teatrali. Ma non c’è solo il teatro, la tv o il cinema nei prossimi impegni di Alessandro Gassmann, che racconta anche del suo ruolo come ambasciatore dell’UNHCR. «Preparandomi a nuove missioni - dopo l’esperienza in Siria ed il documentario “Torn-Strappati” che ha dato la possibilità di raccontare una Siria diversa da quella della tragedia della guerra, una Siria fatta di grande cultura che cerca di sopravvivere ad un disastro umanitario che sembra non avere più né fine né confini – accenderemo la luce su altri gravi drammi, dovuti alle molte guerre in corso e al problema della malnutrizione, che soprattutto in Africa sta mietendo un enorme numero di vittime e facendo fuggire popolazioni. Credo quindi che il mio prossimo viaggio sarà in Africa.»

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